Cala il consumo di birra, "colpa dell'aumento delle accise"
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Cala il consumo di birra, "colpa dell'aumento delle accise"

Cala il consumo di birra, "colpa dell'aumento delle accise"

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(AGI) - Roma, 24 giu. - Questa volta a dire no alle accise e',unita, l'intera filiera della birra. AssoBirra, Confimprese,Confagricoltura e Fipe si incontrano a Milano per presentare irisultati di uno studio di Format Research, che ha fotografatol'impatto - importante - che le tasse, in crescita del +30% traottobre 2013 e gennaio 2015, stanno avendo sul business ditutti: agricoltori, produttori (aziende di grandi dimensioni emicro birrifici), esercenti di bar e ristoranti, imprese delladistribuzione e dei servizi. Un esercito di circa 136 milapersone, per le quali ogni nuovo punto percentuale di aumentodelle accise suona oramai come un campanello d'allarme per ilproprio futuro lavorativo. L'indagine ha coinvolto, in Italia, un campionerappresentativo di produttori birrari di ogni dimensione(grandi aziende, piccole e medie, microbirrifici), localizzatisu tutto il territorio nazionale con un focus su un campione di400 pubblici esercizi, rappresentativo dei circa 100.000 bar,ristoranti e pub italiani. Si parte da un punto: quella italiana e' una vera e propria"anomalia" rispetto al resto d'Europa visto che, nel nostroPaese (uno di quelli col piu' basso potere d'acquisto in UE),le tasse sulla birra sono tra le piu' alte. Qui il vino non e'tassato, la birra e' tassata sopra la media UE mentre isuperalcolici pagano meno della media delle altre nazioni.Andando nel dettaglio scopriamo che in Italia l'accisa ammontaa circa 37 centesimi su 1 litro di birra, mentre i Paesi UE chenon applicano le accise sul vino (come avviene anche da noi)hanno pero' un'accisa sulla birra molto piu' bassa. La Francia,ad esempio, applica un'accisa sulla birra analoga alla nostra(35 centesimi), ma la fa pagare anche al vino (4 centesimi allitro per quelli fermi e 9 per i frizzanti). "Abbiamo deciso di riunire tutta la filiera - spiegaAlberto Frausin, Presidente di Assobirra - perche' l'aumentodelle accise ha generato una situazione difficile da sostenere.Su una birra da 66cl gli italiani pagano 46 centesimi di tasse(tra accisa e IVA), gli spagnoli 21,3 e i tedeschi 19,5. Inpratica 1 sorso su 2 lo beve il fisco. Il settore viene da 10anni di mancata crescita del mercato e i dati dei primi 10 mesidel 2014 parlano di una lieve flessione (-0,6%). In questocontesto, lo studio Format Research ci dice che quasi meta'delle imprese birrarie non e' riuscita ad assorbire gli aumentidelle accise scattati tra ottobre 2013 e gennaio 2014, mentreil 43% non riuscira' a farlo neppure con l'ultimo aumentointervenuto a gennaio 2015. Questo vuol dire possibili aumenti dei prezzi eripercussioni sulle vendite, con conseguenze inevitabili su unafiliera gia' provata dalla crisi e da consumi fermi da troppotempo. Nei primi 5 mesi del 2015 abbiamo avuto un ulteriorediminuzione dei consumi pari al -3%. Lo avevamo preannunciato -dicendolo chiaramente al Governo - che l'ennesimo rialzo delletasse di gennaio avrebbe avuto conseguenze, ora non possiamonon sottolineare il rischio per la tenuta dell'export ma ancheper l'occupazione di una situazione del genere. Le accise nonsolo non vanno piu' toccate al rialzo ma ora e' necessarioridurle per far ripartire il settore". (AGI).
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