Roma - Il direttivo della Bce ha lasciato invariati i suoi tassi principali e il presidente Mario Draghi, ha assicurato che resteranno "a livelli bassi per un lungo periodo". L'Eurotower ha inoltre rialzato le stime per Pil e inflazione del 2016 e ha sottolineato che seppur la ripresa sta procedendo stabile, sarà modesta. Nel dettaglio il 'refi', il tasso di rifinanziamento pronti contro termine, è rimasto a quota zero, mentre il tasso sui depositi, cioè quello che le banche pagano per depositare i loro fondi a Francoforte, è restato negativo a -0,40%. Invariato anche il tasso marginale a +0,25%.
I tassi saranno bassi ancora per molto, ha sottolineato Draghi e "il quantitative easing durerà fino a marzo del 2017". Andrà avanti dunque fino a quando la correzione dell'inflazione non sarà "significativa". Sul fronte della ripresa il leader della Bce ha spiegato che "sta procedendo gradualmente, stabile ma modesta, ostacolata dalle prospettive deboli dei mercati emergenti". Dunque "le misure di politica monetarie devono essere implementate" ancora.
In particolare la crescita dell'Eurozona rallenterà nel secondo trimestre: tra aprile e giugno potrebbe essere più lenta rispetto ai tre mesi precedenti ma, ha aggiunto Draghi, "faremo ancora una bella figura". L'Eurotower ha rivisto inoltre al rialzo le stime del Pil 2016 all'1,6%, dall'1,4% di marzo. Per il 2017 e il 2018 si prevede una crescita pari all'1,7%, invariata rispetto a marzo. Piccolo rialzo anche per l'inflazione: quest'anno sarà dello 0,2% contro la stima precedente dello 0,1%. Il lieve miglioramento, ha spiegato Draghi, è dovuto al rialzo delle quotazioni del petrolio. Confermato invece che il tasso di inflazione accelererà nel 2017 all'1,3% e nel 2018 all'1,6%. La Bce, ha ribadito Draghi, "è pronta ad utilizzare tutti gli strumenti disponibili, se necessario, nel quadro del nostro mandato" per rialzare i prezzi nell'Eurozona.
Il presidente della Bce ha parlato anche di Brexit assicurando che l'Eurotower è pronta ad affrontare qualsiasi eventualità. Se i cittadini britannici votassero sì al referendum per l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue, la Bce è pronta a valutare "qualsiasi ipotesi" e l'impatto dell'eventuale shock, ha affermato. "Restare nell'Unione Europea fa bene alla Gran Bretagna e fa bene all'Europa" ha aggiunto. Infine sulla Grecia ha sottolineato che la Bce aspetterà le riforme prima di prendere una decisione sul debito ellenico. "Una volta che gli interventi principali verranno attuati - ha concluso Draghi - il consiglio prenderà una decisione", che se fosse positiva, permetterebbe alle banche elleniche di partecipare di nuovo a regolari operazioni di rifinanziamento. (AGI)