Popolari: 4 ricorsi per stop a spa, si prova anche a fermare Ubi
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Popolari: 4 ricorsi per stop a spa, si prova anche a fermare Ubi

Popolari: 4 ricorsi per stop a spa, si prova anche a fermare Ubi

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(AGI) - Milano, 21 set. - Sono quattro i ricorsi contro lariforma delle popolari, uno presentato dalla regione Lombardiaalla Corte Costituzionale e tre pendenti al Tar del Lazio,promossi da gruppi di azionisti delle banche costrette atrasformarsi in spa e dalle associazioni dei consumatori.L'obiettivo comune e' archiviare una riforma definita"illegittima" e "incostituzionale", cominciando da uno stopalla corsa di Ubi banca, la popolare lombarda che ha gia'convocato i soci per il 10 ottobre. L'occasione per riunire i'ribelli' e fare il punto sul futuro delle popolari e' stataofferta da un convegno organizzato dal gruppo consiliareregionale 'Maroni presidente'. Il fattore tempo non gioca a favore dei ricorrenti, vistoche da maggio e' partito il conto alla rovescia per le bancheche devono riformare lo statuto (c'e' tempo fino alla fine del2016), ma l'obiettivo resta "bloccare la riforma", ha spiegatoAntonio Saggese, il consigliere regionale primo firmatariodella mozione per promuovere il ricorso. Quanto a Ubi, laregione "non interviene su un ente privato" ma certo, hariflettuto Saggese, "se il Tar accettasse la richiesta disospensiva d'urgenza dei provvedimenti attuativi della Bancad'Italia potrebbero sorgere delle riflessioni all'interno diUbi stessa". E se anche il Tar del Lazio, che nel giro di unpaio di giorni fissera' il calendario delle udienze, arrivassea una decisione "qualche giorno dopo la riunione degliazionisti di Ubi" uno stop - ha notato Fausto Cappelli, illegale che ha curato uno dei ricorsi presentati dagli azionisti- "renderebbe illegittima l'assemblea". La Regione Lombardia per prima, a maggio, ha depositato ilsuo ricorso direttamente alla Consulta, denunciando unaviolazione dell'articolo 77 della Costituzione, che prevede ilricorso al decreto legge solo in caso di necessita' e urgenza,e dell'articolo 117 (sulla potesta' legislativa) dal momentoche le banche popolari, visto lo stretto legame con ilterritorio, hanno - secondo quanto si sostiene nel ricorso - unruolo strettamente regionale. Da Milano si e' cercato dicoinvolgere anche altre regioni, ma non e' stato possibile "perquestioni di tempistica o di politica", vale a dire elezioniimminenti (Veneto) o governatori di centro-sinistra, haspiegato l'assessore regionale all'economia, MassimoGaravaglia. A seguire, a inizio settembre, si sono mosse da unlato Adusbef e Federconsumatori, insieme a 12 azionisti dellaBanca popolare di Milano, e dall'altro due gruppi di soci - ilprimo composto da associazioni di azionisti di Bpm, BancoPopolare, Popolare di Sondrio, Veneto Banca e Ubi sotto laguida dell'economista Marco Vitale e il secondo composto dasingoli azionisti firmatari del ricorso come persone fisiche. I tre atti, depositati al Tar del Lazio contro la Bancad'Italia e il governo, puntano ad ottenere la sospensioned'urgenza dei provvedimenti attuativi della riforma emessi daBankitalia a maggio. Contengono, ha spiegato Cappelli, un"attacco frontale" sotto il profilo della costituzionalita'della riforma e sotto il profilo tecnico dal momento che, sisostiene, la Banca d'Italia con i suoi provvedimenti sarebbeandata "anche oltre il perimetro della legge" ad esempio con leregole sul diritto di recesso. Le associazioni dei consumatori, dal canto loro, denuncianoanche di non essere state consultate come previsto invece neiregolamenti di via Nazionale. "Non giochiamo i numeri al lotto,riteniamo fondato un ricorso contro un esproprio delrisparmio", ha sottolineato il presidente di Adusbef, ElioLannutti, presente all'incontro al Pirellone. Nei prossimi giorni il Tar del Lazio stabilira' qual e' lasezione competente a esaminare i ricorsi e la speranza e' chela prima udienza si tenga a breve. Un si' alla sospensiva "nonimpedirebbe alle banche di diventare spa", ha spiegatol'avvocato Cappelli, ma di certo "non potrebbero farlo sullabase delle attuali disposizioni della Banca d'Italia" che, tral'altro, stabiliscono il limite al diritto di recesso in derogarispetto a quanto prevede il codice civile. "Le popolari sulterritorio sono state per anni un salvadanaio per i piccolirisparmiatori, che ci hanno messo tutto. Siamo contrari a chequesto cambi all'improvviso per decreto", ha sintetizzatoGiovanni Schiavon, presidente dell'associazione azionisti diVeneto Banca. (AGI)Mi3/Car
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