Ferrari, il 'mito' del Drake nacque grazie a una banca popolare
(AGI) - Roma, 20 gen . - "C'e' forse qualcosa che non tutti sanno. Qualcosa che,...
(AGI) - Roma, 20 gen . - "C'e' forse qualcosa che non tutti sanno. Qualcosa che, invece, sarebbe bene ed utile conoscere, mentre si celebrano i fasti del piu' noto dei marchi italiani nel mondo, quello della Ferrari. Il destino della Ferrari e' strettamente intrecciato a quello della Cooperazione bancaria. Diciamolo meglio: il mito della Ferrari non sarebbe nato se il direttore di una banca del territorio (specificatamente una Banca Popolare) non avesse dato fiducia ad un giovane squattrinato ma con grandi idee, Enzo Ferrari". Cosi' Giuseppe De Lucia Lumeno, segretario generale di Assopolari, attingendo in parte alla propria stessa storia professionale, da dirigente del gruppo Popolare di Verona che rilevo' proprio la banca finanziatrice della Ferrari, ovvero il Banco San Geminiano e San Prospero di Modena.
"Il 'Drake' Enzo Ferrari, come sarebbe stato successivamente ribattezzato, all'inizio della propria attivita', non riusciva a trovare i finanziamenti di cui aveva bisogno", prosegue De Lucia, "e, dopo aver bussato, inutilmente, a mille porte, riusci' ad ottenere il suo primo prestito dal 'Banco San Geminiano e San Prospero", che prende il nome dai due Santi patroni di Modena e Reggio Emilia. Appunto, una Banca Popolare che accetto' di correre il rischio facendo affidamento, non tanto al patrimonio e al capitale del potenziale debitore, ma alle sue capacita', alle sue idee".
E' lo stesso Ferrari a raccontarlo nelle memorie raccolte da Pino Casamassima ("Enzo Ferrari: Biografia di un mito"- Le Lettere, 2001, ndr"). "Una storia che va raccontata", sottolinea De Lucia, "nel momento in cui la Ferrari celebra i successi piu' importanti sul piano finanziario (quotazione del titolo a Wall Street e a Piazza Affari) e produttivo (piu' di settemila auto immatricolate che dovrebbero diventare presto diecimila)". Scrive Casamassima nel suo libro: 'Per comprare i locali, in cui in precedenza si trovavano dei cavalli da tiro, Ferrari e il suo avvocato, Enzo Levi, andarono da Giuseppe Casoli, direttore del Banco San Geminiano e San Prospero di Modena, per chiedere un prestito di un milione di lire. Casoli ascolto' in silenzio, fissando il pavimento e fissandosi i pollici mentre Ferrari parlo' per un'ora circa dei suoi piani. Quando il discorso fini', il banchiere guardo' l'avvocato e disse: 'Questo giovane mi ha raccontato una storia affascinante. Che cosa dobbiamo fare? Dovremo dargli il suo milione?'. Il denaro arrivo' assicurando, quindi, anche la fedelta' per tutta la vita di Enzo Ferrari al Banco San Geminiano e San Prospero".
"Queste le origini", commenta De Lucia, "poi, nel corso degli anni, lo sportello della banca, che sara' acquisito dalla Banca Popolare di Verona, continuera' a funzionare all'interno dello stabilimento di Maranello. Certo, vedendo oggi le azioni Ferrari scambiate sul mercato azionario di New York, si fa fatica a credere che la finanza dell'azienda abbia avuto come culla l'ufficio di una banca locale. Ma questa e' la storia e dunque, oggi che presidenti e amministratori delegati di tutte le piu' grandi case d'affari del mondo fanno a gara per avere il 'Cavallino Rampante' fra i clienti, la memoria non deve assolutamente essere dispersa".
"E oggi - conclude De Lucia - quando da tempo il 'mito' si sviluppa su una dimensione planetaria ed in tutto il mondo il marchio del 'Cavallino Rampante' e' simbolo di lusso, eleganza, sportivita', ma e', soprattutto, bandiera del Made in Italy, le origini fortemente radicate sul territorio, e' giusto ricordare che di queste storie, scritte e raccontate dai menestrelli d'imprese in giro per l'Italia, ne esistono migliaia. Storie di successo, spesso costruite proprio dal direttore di una singola banca del territorio in grado di guardare non solo i bilanci ma anche gli occhi del potenziale debitore, prima di erogare prestiti. Certo, sono storie che sembrano la memoria del 'Piccolo mondo antico', ma, forse, nemmeno tanto antico. E per conoscerle, non e' necessario fare lunghe ricerche, ma basterebbe, ad esempio, rivolgersi a Marco Fortis, un economista, consulente a Palazzo Chigi. Il Professore, che e' anche vice Presidente della Fondazione Edison, si e' occupato a lungo di economia reale, di distretti e di Banche Popolari. Cosi' si potrebbe avere conferma che l'80% dei lavoratori dipendenti nell'industria manifatturiera italiana e' assorbito dalle aziende di piccole dimensioni. Le Piccole e Medie Imprese occupano, addirittura, il 90% dei settori tipici del 'Made in Italy' e, grazie alla loro forza sui mercati esteri, hanno tenuto a galla l'economia italiana in questi anni difficili. Non dovrebbe essere difficile sapere che la totalita' o quasi di questo nocciolo duro dell'industria italiana e' nata ed e' stata sostenuta dal sistema delle banche cooperative. Ed e' in questo ambiente che 70 anni fa, grazie alla lungimiranza del direttore di una banca popolare e' nato il 'Mito Ferrari'". (AGI)
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