Banche popolari: Vitale, in arrivo ricorso a Tar Lazio
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Banche popolari: Vitale, in arrivo ricorso a Tar Lazio

Banche popolari: Vitale, in arrivo ricorso a Tar Lazio

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(AGI) - Milano, 24 lug. - La riforma delle banche popolariproposta per decreto dal governo Renzi "viola almeno gliarticoli 2-3-18-23-41-42-45-47-77-117 della Costituzione. Ma,forse, sarebbe piu' facile elencare gli articoli che esso nonviola": parola di Marco Vitale, insigne economista, per anni alvertice della Banca popolare di Milano, e' stato tra i primi acontestare frontalmente la decisione dell'esecutivo. E con luioggi si stanno confrontando i numerosi soggetti intenzionati afare ricorso contro la discussa riforma: al tar del Lazio nesara' presentato uno dallo stesso Vitale, in qualita' dipiccolo azionista di una popolare. "Siamo di fronte ad unprovvedimento dirigistico, assunto con una procedurainappropriata", afferma l'economista in quest'intervistaall'Agi, "che obbliga le piu' significative banche popolariitaliane a darsi una struttura giuridica totalmente diversa daquella che i loro soci avevano liberamente scelto e mantenuto,fruttuosamente, per lungo tempo. E' un intervento a gamba tesail cui manifesto intendimento e' di rappresentare il primopasso per l'eliminazione del sistema del credito cooperativonel nostro Paese". "Questo allarme per la violazione dei principicostituzionali non e' una questione puramente giuridica",rileva ancora Vitale: "Essa deriva direttamente dalla filosofianeoliberista dei Chicago Boys, quella secondo la quale tutto e'mercato e tutto deve essere contendibile. La nostraCostituzione, invece, basata sull'economia di mercato, lobilancia, con sapienza, con altre esigenze democratiche,economiche, sociali che sono l'espressione della lunga etormentata esperienza europea". "Oggi il sistema che e'impregnato della filosofia dei Chicago Boys ha deciso che ilcredito cooperativo e' un corpo estraneo al sistemaneoliberista e va eliminato", prosegue Vitale: "E noi che siamosempre i primi a seguire servilmente i peggiori messaggi chevengono dall'America li stiamo assecondando, realizzando cosi'un ulteriore passo verso la colonizzazione economica, mentreFrancia e Germania il loro credito cooperativo se lo tengonostretto". E secondo l'economista la riforma delle popolari e'prodromica all'annunciata, ancora piu' minacciosa e dannosa,"riforma" o "cosidetta auto-riforma" delle Banche di creditocooperativo". "Gia' gli oltre 159 economisti che hanno firmato ilmanifesto contrario al provvedimento hanno dimostrato che lamaggior parte degli argomenti con i quali lo si giustificasono falsi o infondati", argomenta Vitale: "E il professorSapelli ha documentato con cifre inoppugnabili l'infondatezzadegli argomenti a sostegno del decreto. Si afferma: ce lochiede l'Europa. Bugia! La Commissione europea ha, nel 2006,archiviato per infondatezza una procedura di infrazione persospetta violazione dell'art. 56 del Trattato CE iniziatacontro le banche popolari italiane; il Comitato Economico eSociale Europeo, organo consultivo organico dell'Unione, hasostenuto, nel febbraio 2015, che "Il ruolo delle banchecooperative e delle casse di risparmio nella coesioneterritoriale sia indispensabile preservare la biodiversita' delsistema finanziario". Ed e' falso che la riforma sia statachiesta dal Fondo monetario internazionale: "Non l'ha maiauspicata", spiega Vitale, "Ne' l'ha fatto la ricercatriceNadege Jassaud, che ha pubblicato un "working paper" sul tema,sotto l'egida Fmi, ma a titolo personale, e si e' limitata adauspicare l''incoraggiamento' a trasformarsi in spa per lebanche cooperative quotate, ma non l'obbligo". Il presidente dell'Associazione internazionale delle banchecooperative, Jean Louis Bancel, "ha parlato di 'crimine didemutualizzazione", spiega Marco Vitale, e in un discorso dipochi mesi fa ha sottolineato come la riforma, oltre a violarela Costituzione italiana, si ponga anche in conflitto con ll'articolo 58 del trattato di Roma, che riconosce la differenzacooperativa nelle imprese private. Ne consegue che il dirittoeuropeo non puo' essere richiamato come argomento per lacancellazione delle differenze cooperative, soprattutto nelcampo della governance". "Demutualizzare", afferma ancoraBancel nel discorso richiamato da Vitale, e' "un processospinto dal miraggio e l'appetito del guadagno, l'appropriazionepersonale del bene comune, vale a dire le riserve dellecooperative. E' un ruolo che in inglese si definisce"carpetbaggers" ("profittatori di situazioni confuse"). E'sorprendente vedere l'evoluzione dei corsi azionari di alcunebanche popolari quotate all'annuncio della posizione delgoverno italiano. (...) Il governo italiano si dovrebbericordare l'esperienza della Northern Rock inglese: alla finedella storia sono i contribuenti che hanno pagato i profittiintascati dagli speculatori". E comunque, sottolineal'economista italiano, "niente di simile al provvedimento gia'assunto per le banche popolari e minacciato per le BCC e' inatto in Europa, il ruolo delle banche popolari in Europa e'molto rilevante ed apprezzato". Molto severa la critica che Vitale muove alla Bancad'Italia, piu' volte evocata da personalita' politichecoinvolte nella riforma delle popolari come ispiratrice dellariforma delle banche popolari: "Anche la Banca d'Italiabarcolla, sia sotto il profilo della competenza sia ancor piu'sotto il profilo della affidabilita'. Li ho chiamati megafonidi decisioni prese altrove, portavoce di altri, incapaci dicapire e proteggere le peculiarita' del nostro tessutoproduttivo. A questa amara conclusione ero giunto per contomio, quando mi e' capitato di incrociare il mio giudizio conquello di una persona di grande esperienza, che molto stimo, eche proviene dalla Banca d'Italia, Paolo Savona, che nelleconclusioni del suo recentissimo: "J'accuse. Il dramma italianodi un'ennesima occasione perduta" (Rubbettino, 2015) scrive:"La Banca d'Italia di Visco non si sa piu' per chi e perche'lavora. Concludo la mia analisi indicando che la perdita dellaguida scientifica e morale della Banca d'Italia e' il verodramma del Paese...". (AGI)Mi6/Pit
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