Perché si parla tanto di servizi Apple? La risposta (anzi, le risposte) sono in questo grafico, elaborato da Recode attingendo ai dati della Mela. In poche parole: i servizi sono, a oggi, l'unico possibile antidoto agli squilibri di Apple.
Quello che sta succedendo in questi mesi a Cupertino non era così imprevedibile. Sorprende, forse, la rapidità del crollo in borsa (-40% in poche settimane), non certo le sue ragioni. Apple ha sviluppato negli anni una patologica dipendenza da un solo dispositivo: l'iPhone. Nessuna società tecnologica di livello paragonabile ha un legame così forte con un solo prodotto. La sua quota del fatturato è stata a lungo oltre il 70%. Sta calando progressivamente e oscilla nel corso dell'anno e nell'ultima trimestrale ha avuto un peso vicino al 60%.
Questo significa, sì, che lo smartphone fa un sacco di soldi. Ma vuol dire anche che, se qualcosa dovesse andare storto, a risentirne (in modo massiccio) sarebbe l'intero bilancio. Immaginate cosa succederebbe se Apple fosse costretta al ritiro di un iPhone, come ha fatto Samsung con il Note 7. La casa coreana ha retto grazie alla componentistica e a un'offerta più variegata, che copre diverse fasce di mercato.
Certo, se non ci sono mai stati grossi guai è merito di Cupertino. E gli utili e il fatturato da record hanno fatto passare in secondo piano uno squilibrio che rimaneva lì, carsico. Adesso sta emergendo con tutta la sua forza. La Mela non lo ha ignorato e, da qualche tempo a questa parte, sta puntando tutto sui servizi (iCloud, Apple Music, Apple Pay) e potrebbe presto inaugurare una propria piattaforma in stile Netflix.
Il loro peso è ancora lontano da quello dell'iPhone: valgono il 16% del fatturato, ma si fermavano a meno del 10% alla fine del 2015. La loro crescita è solida (+17% anno su anno nel quarto trimestre 2018), ma soprattutto hanno una caratteristica che l'hardware non ha: non sono stagionali.
Gli incassi da iPhone (ma anche da Mac e iPad) salgono e scendo ripetutamente, con un picco a fine anno e un letargo in primavera-estate. Ecco perché i servizi: equilibrio, stabilità, costanza. C'è però un “ma”. I servizi, per esplodere, hanno bisogno di partner. Quelli di Apple, salvo rare eccezioni (iTunes è disponibile su Windows e, dal 2019, su smart tv Samsung) sono chiusi nell'ecosistema di Cupertino: possono essere utilizzati solo da chi possiede iPhone, iPad e Mac.
È una delle tante scelte che Tim Cook sarà obbligato a fare: barricarsi per trasformare Apple in una “boutique” della telefonia, con prodotti più costosi e con un proprio ecosistema esclusivo (rinunciando a quote di mercato) o aprirsi, riconvertirsi e puntare sempre di più sui servizi.