Negli ultimi sette anni, l'Antitrust ha comminato sanzioni per poco meno di un miliardo e mezzo di euro e aperto più di 130 casi, mentre "le decisioni con impegni, che escludono la sanzione e che avevano caratterizzato il precedente periodo, sono diminuite passando dal 49% del settennato precedente a circa il 26% del totale dei casi decisi". A riferirlo è il presidente dell'Antitrust, Giovanni Pitruzzella, che nell'annuale Relazione al Parlamento (l'ultima prima di trasferirsi alla Corte di Giustizia di Lussemburtgo) ha evidenziato come sotto la sua guida l'Autorità abbia esteso la sua attività anche verso altri obiettivi quali "il contrasto alle diseguaglianze attraverso la lotta alle rendite di posizione".
"Certamente", ha detto, "le politiche di contrasto alle diseguaglianze riguardano settori e attori politico-istituzionali diversi dalle Autorità della concorrenza. Tuttavia, anche un efficace enforcement antitrust ha un ruolo da giocare. Infatti, l'attuazione del diritto della concorrenza riduce le rendite di posizione, che equivalgono a un'appropriazione di risorse da parte di chi ha un elevato potere di mercato, togliendole agli altri. Quando il market power è incontrastato, si realizza un incremento del surplus del produttore che aumenta la ricchezza degli azionisti e dei top manager, cioè di coloro che si trovano nella parte alta della distribuzione dei redditi".