Roma - Ancora una volta il comparto agrumicolo paghera' un prezzo altissimo nei rapporti tra Ue e Paesi Terzi. Con un "conto" tutto a carico degli Stati del Sud Europa. Lo afferma Agrinsieme, spiegando che -in seguito alla recente sottoscrizione- dovrebbe essere ratificato nei prossimi giorni l'accordo di partenariato economico tra l'Unione europea e alcuni stati dell'area sud del continente africano (the SADC EPA State - Botswana, Lesotho, Mozambico, Namibia, Repubblica Sudafricana e Swaziland).
Un accordo di cui si e' discusso poco a livello istituzionale ma che, nell'attuale impostazione, penalizza sicuramente i produttori agrumicoli italiani ed europei.
Ad oggi e' gia' previsto il libero accesso delle arance sudafricane in tutto il territorio dal primo giugno al 15 ottobre. L'accordo siglato, mentre estende tale agevolazione a tutti i Paesi firmatari, stabilisce anche una ulteriore dilazione temporale consentendo l'ingresso a condizioni agevolate fino al 30 novembre, con una riduzione progressiva della tassazione che sara' completamente abolita nel 2025.
Per Agrinsieme questo accordo e' "inaccettabile visti gli effetti negativi che ne deriverebbero a carico del comparto agrumicolo. In primis a livello economico, a causa della progressiva eliminazione dei dazi in un periodo di sovrapposizione dei calendari di raccolta dei Paesi produttori dell'Ue e considerando la dinamica in crescita degli ultimi anni dell'export agrumicolo dai Paesi SADC verso l'Italia e verso l'Ue".
Ad aggravare questa situazione c'e' poi la questione fitosanitaria. Il territorio con cui e' stato siglato l'accordo, infatti, e' affetto da CBS (Citrus Black Spot), fitopatia non presente in Europa, che potrebbe mettere a rischio l'agrumicoltura europea e nazionale.
Agrinsieme da tempo ha richiamato l'attenzione non solo sul rischio ingresso Black Spot, ma anche sul Greening, temuta avversita' per le produzioni agrumicole che potrebbe comprometterne la stessa sopravvivenza. Solo per l'Italia si tratta di circa 150mila ettari in produzione gestiti da oltre 80mila imprese per circa 3 milioni di tonnellate di prodotto l'anno: circa 1,2 miliardi di euro di valore della produzione, pari al 2,4 per cento del valore della produzione agricola nazionale. A livello europeo oltre 500mila ettari e 10 milioni di tonnellate di prodotto. In futuro -ribadisce Agrinsieme- occorrera' tenere ben presenti i principi di precauzione e di reciprocita', confrontando gli standard tecnici e le regole di produzione autorizzate nei vari Paesi (in termini di prodotti e mezzi tecnici consentiti), spesso squilibrate a danno dei nostri Paesi. (AGI)