(AGI) - Roma, 30 giu. - "La ventata di ottimismo che sta contagiando un po' tutti dopo la diffusione dei dati, incoraggianti, sull'andamento dell'economia agricola meridionale richiede una lettura approfondita che non puo' prescindere da alcune riflessioni sui singoli comparti produttivi". Lo ha detto il presidente nazionale della Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, intervenendo sugli ultimi dati dell'Istat.
"Se da un lato la crescita del 3,7% del valore aggiunto rappresenta un segnale positivo che testimonia la dinamicita' del settore agricolo e certifica gli sforzi quotidiani delle imprese, dall'altro lato non si puo' ignorare che a tale crescita non sia seguito un adeguato trasferimento reddituale per gli imprenditori. A oggi infatti -spiega Scanavino- sono ancora molte le produzioni simbolo dell'agricoltura del Mezzogiorno che vivono uno stato di grande difficolta'. Se si guarda ad esempio ai prezzi pagati agli agricoltori, le ultime quotazioni indicano un calo generale del 4,6%. Una contrazione che supera i 15 punti percentuali per la frutta e il 30% per l'olio d'oliva, settore particolarmente penalizzato dalla mancata gestione dell'emergenza Xylella. Poi ci sono i problemi nel settore cerealicolo, con le quotazioni crollate del 30% e, in alcune piazze nevralgiche del meridione, addirittura dimezzate. Senza dimenticare le difficolta' che hanno caratterizzato l'ultima campagna agrumicola e i problemi su alcuni ortaggi come i pomodori".
Non trascurabile neanche la crisi strutturale che, secondo i dati delle Camere di Commercio, ha visto la chiusura nel primo trimestre 2016 di oltre 6.200 aziende agricole al Sud, pari al 40% delle cessioni avvenute su tutto il territorio nazionale.
Anche sul fronte internazionale -continua il presidente della Cia- resta la partita aperta con la Russia e si apre la questione Regno Unito. E' proprio di queste ore la notizia della proroga dell'embargo alle esportazioni europee fino al 2017 che, unita alle incertezze commerciali dopo la Brexit, rischiano di compromettere il quadro e i risultati ottenuti con il lavoro delle imprese.
Per queste ragioni, e' opportuno che siano messe in campo politiche necessarie a rilanciare la redditivita' degli agricoltori sia sul fronte nazionale sia su quello comunitario dove, nonostante la presa d'atto della crisi, gli strumenti adottati fino a oggi sono risultati inefficaci. Soltanto allora -conclude Scanavino- i dati positivi dell'Istat potranno essere letti con vero ottimismo e alla crescita del valore aggiunto corrispondera' una reale ripresa dell'agricoltura meridionale. (AGI)
Bru