A chi fa gola Generali e perché ha comprato il 3,1% di Intesa
Riparte il risiko della banche. Sulla compagnia di Trieste ci sono anche le mire di francesi e tedeschi

Il Leone di Trieste fa gola e diventa preda. Ieri, appena i rumors su un interesse di Intesa San Paolo per Generali hanno preso consistenza, la compagnia triestina ha comprato il 3,1% delle azioni di Intesa con un'operazione di prestito titoli
In pratica è il prestito temporaneo di azioni o obbligazioni da un’istituzione finanziaria a un’altra. Chi presta i titoli viene remunerato con una commissione. E' il meccanismo di solito usato per le vendite allo scoperto. Ad esempio, un ribassista (ovvero, un investitore guadagna solo nel caso di un ribasso delle quotazioni di borsa) convinto che le quotazioni di determinate azioni stiano per scendere, può farsi prestare quelle azioni per consegnarle e riceverle nei tempi giusti per realizzare il suo guadagno.
Per Generali si tratta di una mossa difensiva che la mette al riparo da un tentativo di scalata. Per la legge Draghi sulle partecipazioni incrociate, i diritti di voto in assemblea non possono superare il 3% fra due società che abbiano pacchetti azionari l'una dell'altra.
Il tesoro triestino
Generali amministra un portafoglio di investimenti da oltre 400 miliardi di euro. Intesa da sola circa altrettanto, con un totale che supererebbe ampiamente gli 800 miliardi se Intesa riuscisse a controllare la compagnia triestina. Controllo che attualmente è saldo nelle mani di Mediobanca, che ha il 13% del capitale di Generali. Si profila un nuovo scontro fra Torino e Milano, dopo quello per il controllo di Rcs e del Corriere della Sera.
In questo momento Intesa è la banca con i migliori margini di manovra e sta crescendo l'attenzione degli stranieri per Generali. Mps arranca dietro a un piano di risanamento dopo il fallimento dell'aumento di capitale in dicembre. Unicredit, maggior azionista di Mediobanca con oltre l'8% delle azioni, è impegnata a far arrivare in porto il proprio aumento di capitale. Che poi è il più grosso della storia in Italia: 13 miliardi di euro. E un'operazione di questo genere, per quanto di probabile riuscita, non consente molte 'distrazioni'. In questo momento, poi, ai francesi di Axa, che da tempo hanno mire su Trieste, si starebbero aggiungendo i tedeschi di Allanz, che potrebbero anche essere interessati ad alcuni 'rami' di Generali e non all'intera compagnia. Insomma, il 'risiko delle banche' è ripartito, per definire l'assetto del sistema in uscita dalla crisi.