Milano - Il risultato del referendum costituzionale, che vede la vittoria del No con il 59,11% a circa 20 punti dal Sì che raggiunge solo il 40,89% dei voti, e le dimessioni del premier Matteo Renzi pesano sui mercati finanziari di tutto il mondo.
Piazza Affari
- Apre in forte calo la Borsa italiana: Ftse Mib -1,71% a 16.779 punti; All Share -1,81%. Vendite a raffica sui titoli bancari nelle prime fasi di contrattazioni. Unicredit perde il 5,81%, Mediobanca il 2,82%, Intesa Sanpaolo l'1,03%, Bpm il 4,38%, Banco Popolare il 4,53%, Mps sprofonda con un -7,89%, Ubi perde il 2,78%.
- A un'quarto d'ora dall'avvio Piazza Affari riduce il calo e vede vede il Ftse Mib perdere lo 0,86% a 16.953 punti; All Share -0,80%. Restano pesanti i titoli bancari (Unicredit -3,84%, Mps -6,67%, Intesa Sanpaolo -1,97%, Mediobanca -2,69%, Bpm 6,13%, Banco Popolare in asta di volatilita'). In controtendenza rispetto all'andamento generale, Eni sale dello 0,66%.
- A mezz'ora dall'apertura la Borsa di Milano passa in positivo, azzerando dunque totalmente il calo con cui aveva aperto la sessione (+0,15% a 17.100 punti; All Share +0,18%). Segno positivo per quasi tutti i titoli del listino principale ad eccezione dei bancari, che comunque riducono i propri passivi: Unicredit -4,75%, Mediobanca -1,71%, Intesa Sanpaolo -1,97%, Bpm -3,05%. Mps addirittura in controtendenza con un progresso dell'1,59% a quota 19,87 euro per azione.
- A un'ora dall'inizio delle contrattazioni (Ftse Mib +1,3% a 17.314 punti; All Share +1,29%) segno positivo per quasi tutte le blue chips, anche tra i finanziari, ovvero i titoli più esposti all'incertezza politico-istituzionale: Unicredit, che ha avviato con Amundi il negoziato in esclusiva per la cessione di Pioneer, flette dello 0,48%, mentre Intesa Sanpaolo sale dell'1,88%, Mediobanca +0,67%, Generali +1,79%, Bper +3,49%, Ubi +2,01%. In rialzo anche Mps che, dopo una sbandata iniziale, segna un +2,26% dimostrando che il mercato crede nel percorso di salvataggio anche dopo l'esito referendario.
Ben intonati anche i petroliferi con Eni a +0,44%, Saipem +4,90%, Italgas +0,31%, Tenaris +1,41%. Tra gli altri energetici, Enel cala dello 0,51%. Telecom Italia poco mossa (-0,07% a 0,7210 euro per azione); nel lusso Ferragamo a +1,50% e Luxottica a +1,49%. Per quanto riguarda gli industriali a maggior capitalizzazione Leonardo-Finmeccanica +3,40%, Fiat Chrysler +3,31%, Ferrari +1,87%, Brembo +0,28%.
- A metà seduta, dopo il ribasso iniziale e la successiva ripresa il listino è tornato a scendere e ora segna -0,67% con l'indice Ftse Mib, mentre l'All Share cede lo 0,53%. Al calo non sarebbe estraneo il commento del membro della Bce Nowotny secondo cui l'Italia potrebbe dover effettuare un intervento pubblico sulle banche. Tra i titoli male le banche, settore su cui sono puntati i riflettori, con Monte Paschi -3,4%, Banco Popolare -6,8%, Bpm -7,4%, Intesa -2,2%, Unicredit -5,2%, e deboli gli altri finanziari. Mediobanca -3,4%. Bene Fca (+3,9%) e Ferrari (+1,2%), Leonardo sale (+2,5%) su un report positivo. Nell'energia bene i petroliferi con Eni +0,5%, Saipem +2,7%, giu' gli altri con Snam -3,1%, Italgas -1,4%, Enel -1,2%. Telecom cede il 2,7%.
Monte dei Paschi di Siena - Per l'istituto di credito oggi è il giorno in cui sono attesi i risultati definitivi relativi alla conversione dei bond in azioni Mps. In giornata, inoltre, sono previsti degli incontri tra il management dell'istituto, i consulenti di Jp Morgan e Mediobanca, e gli advisor dei potenziali investitori per fare il punto sul processo di salvataggio dell'istituto. Domani, invece, si riunirà a Siena il consiglio di amministrazione.
Spread
Lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi resta fermo intorno a 170 punti, dopo una fiammata a quota 178. Il differenziale è a 169,9 punti, dai 163 punti delle chiusura di venerdì scorso. Il rendimento risale al 2%, dopo un massimo al 2,06%. Secondo gli esperti la Bce non sta intervevendo sul mercato dei titoli di Stato, ma lo scudo preannunciato da Francoforte in caso di volatilità sta comunque facendo da deterrente.
Euro
L'euro è in rialzo sopra 1,07 dollari, dopo essere sceso ai minimi da 20 mesi sul biglietto verde. Dopo la vittoria del No al referendum costituzionale e le dimissioni del premier Matteo Renzi, la moneta europea era scesa sotto i livelli toccati con la Brexit, a 1,0506, ai minimi dal marzo 2015. Successivamente si è ripresa e ha risalito la china, confortata dal buon andamento delle Borse europee e dalla tenuta dello spread, fino a un massimo di 1,0730 dollari e 122,39 yen. Dollaro/yen in rialzo a 114,43, dopo un minimo a 112,88.
Borse europee
I mercati aprono in moderato caloma poi virano in positivo e guardano con attenzione alla capacità dell'Italia di reagire alla crisi politica e si aspettano una tabella di marcia post-voto veloce.
- Londra guadagna lo 0,5%;
- Francoforte l'1,89%;
- Parigi l'1,37%.
Borse asiatiche
- Tokyo termina in calo dello 0,82% a 18.274,99 punti;
- Sydney ha chiuso in perdita dello 0,75%;
- Seul -0,29%;
- Taiwan -0,31%;
- Prima della chiusura Hong Kong perde lo 0,45%;
- Shanghai -1,21%.
Debutto timido e deludente per lo Shenzhen-Hong Kong Stock Connect, la connessione tra i listini di Shenzhen e di Hong Kong, che completera' la creazione di un mercato unico in Cina per gli operatori internazionali. La Borsa di Hong Kong perde lo 0,26%, quella di Shanghai, in cui sono quotate soprattutto le grandi societa' cinesi controllate dallo stato, arretra dell'1,21%, mentre quella di Shenzhen, in cui operano prevalentemente le aziende private di piccola e media dimensione, incluse le start up tecnologiche, scende dello 0,78%. Lo Stock Connect, gia' avviato allo SCI, il listino di Shanghai, oggi e' partito anche a Shenzhen. Esso consente agli operatori internazionali di acquistare azioni quotate a Shanghai e Shenzhen grazie a broker basati a Hong Kong. Di fatto la sua estensione a Shenzhen rappresenta un'importante via di accesso al mercato azionario cinese. Tuttavia l'esordio e' avvenuto in una giornata caratterizzata dal nervosismo dei mercati asiatici per la vittoria del No al referendum italiano e per le dimissioni del premier Matteo Renzi, che, nella prima mattinata, quando i listini asiatici effettuano i loro scambi, e' stato accolto negativamente, anche per il forte calo dell'euro ai minimi da 20 mesi.
Ultimo aggiornamento ore 14:11