di Emanuele Bonini
Bruxelles - Il cubo di Rubik non può avere il marchio europeo. Lo ha stabilito la corte di giustizia dell'Ue, nella sentenza sul celebre gioco. I riconoscimenti attribuiti al puzzle tridimensionale non sono validi, perché basati su decisioni improprie, e quindi chiunque potrà mettere in commercio il cubo, purché con altro nome.
La decisione riguarda una contenzioso risalente al 1999. In quell'anno la Seven Towns, società britannica che gestisce i diritti di proprietà intellettuale relativi al cubo di Rubik, ha chiesto e ottenuto nel 1999 che l'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo) registrasse quale marchio comunitario tridimensionale, la forma del suo giocattolo rompicapo.
Nel 2006, la Simba Toys, produttore tedesco di giocattoli, ha chiesto che fosse dichiarata la nullità del marchio tridimensionale. Nel 2014 il Tribunale dell'Ue ha respinto il ricorso del giocattolaio tedesco, che si è rivolto alla Corte. Contrariamente a quanto affermato dal Tribunale, la Corte constata che, "le caratteristiche essenziali della forma di cubo in causa devono essere valutate alla luce della funzione tecnica del prodotto rappresentato da tale forma". In particolare, il Tribunale "avrebbe dovuto prendere in considerazione anche elementi non visibili nella rappresentazione grafica di tale forma". In conclusione, la Corte "annulla" la sentenza del Tribunale nonché la decisione dell'Euipo che confermano la registrazione della forma controversa come marchio dell'Unione.