Milano - Corrado Passera ha ritirato la propria proposta sul Monte dei Paschi di Siena. L'ex banchiere ha inviato una lettera al consiglio di amministrazione del Monte nella quale si comunicava la propria decisione. Il ritiro della proposta, scrive, è dovuto "all'atteggiamento di totale chiusura" della banca; secondo Passera primari investitori istituzionali avevano gia' manifestato interesse ufficiale per 2 miliardi di euro.
Nella lettera Passera lamenta che "sono state negate le condizioni minime per condurre il normale percorso volto a rendere definitiva e impegnativa" la proposta. Alle "richieste usuale e in linea con le prassi di mercato", la banca ha risposto "ponendo condizioni impraticabili e consumando metà del già poco tempo a disposizione". In particolare Passera ricorda la chiusura dell'istituto riguardo alle richieste di approfondimento su alcuni temi come la qualità del portafoglio crediti.
Inoltre sempre Mps avrebbe sostenuto che la proposta non sarebbe stata abbastanza solida per essere presentata alla Bce; "premesso che questo è un giudizio di prerogativa della Bce - scrive - stiamo parlando di un Piano d'impresa molto dettagliato, con lettere di interesse ufficiali da parte di primari investitori internazionali per circa 2 miliardi di euro e dell'assunzione di un impegno garantire l'aumento in opzione agli attuali azionisti per 1-1,5 miliardi". In definitiva "venti giorni trascorsi in modo improduttivo, la banca si è privata della possibilità di ricevere un'offerta definitiva che poi avrebbe potuto accettare o rifiutare. Ci è solo stato detto che chi voleva partecipare alla ricapitalizzazione poteva solo proporsi come 'Anchor investor'".
Passera afferma inoltre che la proposta presentava "differenze rilevanti" rispetto al Piano industriale dell'a.d. Morelli. Secondo l'ex banchiere "il Piano deve essere più robusto di quello presentato"; inoltre "siamo convinti che gli attuali azionisti debbano avere un ruolo molto maggiore di quanto viene oggi proposto. Se si procedesse con la conversione dei subordinati e con un book building concentrato su alcuni anchor investor gli attuali azionisti sarebbero sostnzialmente azzerati. Noi proponiamo invece di destinare loro una quota rilevante di 1-1,5 miliardi dell'aumento".
Inoltre, afferma "siamo convinti che il valore intrinseco della bad bank alla quale si potrebbe dare vita debba rimanere agli azionisti, vecchi e nuovi", e che "l'operazione di ripatrimonializzazione potrebbe essere realizzata con oneri per la banca inferiori per diverse centinaia di milioni e con un ritorno più soddisfacente".
In definitiva, chiude "lavorare in parallelo su due diverse opzioni sarebbe stato meno rischioso che puntare tutto su di una, si sarebbe potuto mettere insieme il meglio di entrambe. Il mercato di Borsa è stato inequivocabile nel dimostrare interesse per la nostra proposta, ma anche questa evidenza non ha convinto la banca a darci una chance per completarla". (AGI)