Roma - "Il piano Juncker in Italia ha reso possibili 55 operazioni (prestiti, garanzie, equity) concluse a livello di gruppo Bei, per un valore di 3,8 miliardi e 21 miliardi di investimenti attivati". Lo ha detto il vice presidente della Bei (Banca europei degli investimenti), Dario Scannapieco, nel corso della Iniziativa Pmi al Mise.
"Questi risultati ci consentono di affermare che, dopo un anno e mezzo, il Piano Juncker funziona e ha permesso di realizzare investimenti in 27 stati membri, per quasi 140 miliardi su 315 previsti di investimenti già attivati", ha aggiunto. Il piano Juncker (dal nome del presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker) punta a rilanciare la crescita economica e produrre investimenti senza la creazione di nuovo debito pubblico. Il piano prevede la creazione di un Fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi) e il coinvolgimento della Bei.
"Nel novembre 2014 la Commissione europea e il gruppo Bei hanno proposto di creare il 'Piano di investimenti per l'Europa' per contrastare la debole congiuntura economica che perdurava dalla crisi finanziaria del 2008. Lo scopo era quello di rilanciare gli investimenti e ripristinare la competitività dell'Ue incentivando la crescita e la creazione di posti di lavoro. Una delle colonne portanti del piano - ha ricordato Scannapieco - è costituita dal Fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi), uno strumento che abbina la garanzia di bilancio dell'Ue e le risorse della Bei. Gli investimenti intendono mobilitare 315 miliardi nel triennio in corso (aprile 2015-aprile 2018)".
"In tutta Europa i finanziamenti della Bei che si basano sulla garanzia Efsi approvati fino a oggi sono pari a 24,8 miliardi di euro: prestiti che hanno permesso l'attivazione di investimenti totali per 138,3 miliardi che rappresentano circa il 44% dei 315 miliardi di investimento che si prevede di attivare come obiettivo attraverso l'Efsi nel triennio in corso", ha concluso. (AGI)