Roma - Ancora 'effetto Brexit' su borse europee e sterlina. Le piazze azionarie del Vecchio Continente hanno chiuso in forte calo un'altra seduta segnata dai timori per le incertezze sull'uscita del Regno Unito dall'Unione europea. A farne le spese soprattutto il settore bancario, in particolare a Piazza Affari. Gli indici arginano pero' le vendite rispetto ai minimi di giornata grazie alla sostanziale tenuta di Wall Street. In forte ribasso Deutsche Bank (-5,52%), Lloyds (-6,48%) e Rbs (-5,87%), mentre gli istituti di credito francesi se la cavano con flessioni non superiori al 2%. Limita i danni anche Santander (-1,86%). Piazza Affari sconta il ribasso piu' netto e registra una debacle per Telecom Italia che ha lasciato sul terreno il 10,81% (0,6515 euro) in scia alla notizia che il patron di Iliad, Xavier Niel, si appresta a smontare la propria posizione nel capitale della compagnia per entrare sul mercato italiano della telefonia mobile, rendendolo ancora piu' competitivo e meno reddizio. Debole il lusso (Ferragamo -4,47%, Luxottica -1,4%); negativi anche gli energetici (Enel -1,87%, Saipem -4,09%, Eni -1,87%) e gli industriali con Finmeccanica a -2,16%, Fiat Chrysler -0,39%, Ferrari -1,26%. Sul resto del listino, ancora positiva Rcs (+0,72% a 0,8350 euro per azione). Riprende fiato invece il titolo di Mps: dopo aver perso 200 milioni di euro in due sedute le azioni dell'istituto senese hanno chiuso in rialzo di oltre il 4% dopo aver toccato massimi di giornata a +14%. La Consob ha rinnovato oggi il divieto per tre mesi delle vendite allo scoperto sul titolo della banca toscana e anche dal fronte della politica arriva qualche rassicurazione sul futuro del comparto: La Commissione europea e' "pronta a intervenire se necessario" per affrontare la crisi del settore bancario italiano, dice durante la sua audizione alla Commissione affari Economici del Parlamento europeo a Strasburgo, il vicepresidente responsabile per l'Euro, Valdis Dombrovskis.
"Siamo consapevoli delle difficolta' del settore bancario italiano, dovute alla bassa redditivita' e all'enorme quantita' di crediti non esigibili che si riflettono nell'andamento dei prezzi delle azioni. Siamo in contatto con le autorita' italiane, continuiamo a monitorare la situazione e siamo pronti a intervenire, se necessario". Naturalmente, ha aggiunto, "ci sono diversi modi in cui la situazione puo' essere affrontata", e questo "dipendera' anche dalle richieste delle autorita' italiane". E anche il governo prova a rassicurare i mercati: L'Italia "segue con attenzione" la situazione di Mps e delle banche in difficolta', dice Matteo Renzi. "Spero che ci siano condizioni di mercato - aggiunge il premier - il nostro obiettivo non e' quello di intervenire per salvare le autorita' bancarie ma di mettere al sicuro i correntisti e i risparmiatori che sono totalmente al sicuro". E se e' Milano a indossare la maglia nera (l'indice Ftse Mib ha perso il 2,26% a 15.439 punti), ancora una volta e' Londra a segnare le perdite minori, con il 'footsie' giu' dell'1,25% a 6.463 punti. Cio' non e' dovuto solo agli esportatori favoriti dal crollo della sterlina ma anche alla maggiore rapidita' di reazione potenziale che la Banca d'Inghilterra si suppone abbia di fronte a eventuali shock. Il Dax di Francoforte arretra dell'1,67% a 9.373 punti, il Cac 40 di Parigi scende dell'1,88% a 4.085 punti, l'Ibex di Madrid segna -1,80% a 7.922 punti. (AGI)