Sendai (Giappone) - Un piano per combattere in modo piu' efficace i finanziamenti al terrorismo globale, facendo fronte ai "cambiamenti nella sua natura". A lanciare l'offensiva i ministri delle Finanze del G7, a conclusione della due giorni di Sendai in Giappone. I rappresentanti di Giappone, Usa, Canada Germania, Regno Unito, Francia e Italia, nel documento finale hanno ribadito il loro impegno a prosciugare i fondi che "forniscono ai terroristi le risorse per organizzare i loro attacchi alimentare le loro reti e diffondere la loro ideologia attraverso la propaganda.
Il piano punta a un rafforzamento dello scambio di informazioni bilaterali e multilaterali a un'implementazione delle linee guida della Financial Action Task Force (FATF), la task force inter-governativa per lo sviluppo e la promozione di politiche per la lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo. In particolare il piano prevede l'abbassamento da 15.000 a 10.000 euro della soglia oltre la quale e' obbligatoria la dichiarazione di transazioni transfrontaliere e l'implementazione generalizzata degli standard FATF per i nuovi strumenti di pagamento come la moneta virtuale e le carte prepagate. Il G7 si impegna inoltre a proporre "congiuntamente" al Consiglio di sicurezza dell'Onu entro la fine dell'anno "l'inasprimento delle sanzioni economiche" e ad esplorare la possibilita' che a queste si aggiungano altre "misure punitive indipendenti".
Dal G7 arriva poi l'ennesimo allarme per le conseguenze della Brexit, l'eventuale uscita della Gran Bretagna dall'Ue dopo il referendum del 23 giugno. "Le incertezze sono aumentate, con i conflitti geopolitici, il terrorismo, il flusso di rifugiati e lo shock di una eventuale uscita dell'Unione Europea complica il clima economico mondiale", si legge nel documento finale. "Siamo tutti dell'idea che l'uscita dall'Ue sarebbe la decisione sbagliata per il Regno Unito", ha detto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, "ma e' una decisione che deve essere presa dagli elettori britannici. Siamo preoccupati che potrebbe avere conseguenze negative per l'economia europea e mondiale". La delicatezza della scelta che il popolo britannico si appresta a fare con il referendum e' stata sottolineata anche dal ministro del Regno Unito, George Osborne. Se si optera' per l'uscita, la Gran Bretagna trovera' "estremamente difficile" concludere accordi commerciali con i paesi dell'Unione, ha detto in un'intervista alla BBC al termine della riunione di Sendai.
I ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali delle 7 economie piu' avanzate hanno infine ribadito l'impegno a "non manipolare i tassi di cambio", sottolineando "l'importanza per tutti i Paesi di evitare svalutazioni competitive". (AGI)