Roma - Nel documento di economia e finanza, varato ieri dal governo e pubblicato in serata, il pareggio di bilancio slitta al 2019. In base alle nuove previsioni il saldo strutturale migliorerà dal -1,2 del 2016 al -1,1% del Pil nel 2017 e quindi al -0,8 nel 2018, fino al -0,2 nel 2019. Questo ultimo livello, si legge nel documento, assicurerebbe il conseguimento dell'obiettivo di medio termine dell'Italia.
I sindacati bocciano il Def, "insufficiente pe rla ripresa"
Disoccupazione - Il tasso scende all'11,4% nel 2016 (dall'11,9% del 2015) e al 10,8% nel 2017. E' quanto prevede il quadro programmatico del Documento di economia e finanza varato ieri dal governo e pubblicato in serata. Il calo prosegue anche negli anni successivi: per il 2018 e' previsto una tasso di disoccupazione al 10,2% e per il 2019 al 9,6%.
Il governo conferma l'intenzione, più volte espressa, di monitorare e riordinare la giungla di agevolazioni fiscali e per farlo si avvarrà di una Commissione composta da 15 esperti nelle materie economiche, statistiche, fiscali o giuridico-finanziarie. "L'azione di riordino delle spese fiscali - si legge nel Programma nazionale di riforma - sarà volta a eliminare o rivedere quelle che duplicano programmi di spesa pubblica". L'operazione annuale di riordino delle cosiddette tax expenditures, "si collochera' annualmente nella Nota di aggiornamento al Def sotto forma di indirizzi programmatici che, una volta approvati dal Parlamento mediante apposita risoluzione, diventeranno vincolanti per il governo ai fini della predisposizione della manovra di bilancio".
Spending review - I risparmi attesi, in termini di indebitamento netto, ammontano a circa 7,2 miliardi nel 2016, 8,2 miliardi nel 2017 e 10 miliardi nel 2018. E' la previsione contenuta nel Def degli effetti della revisione della spesa prevista nella Legge di Stabilita' 2016. Le misure, si legge nel documento, "si applicano a tutti i livelli di governo" e le voci di risparmio "piu' rilevanti" sono rappresentate dai tagli ai ministeri, dal contributo degli enti locali e dalla razionalizzazione dell'acquisto di beni e servizi. Complessivamente, ricorda il governo, dal 2014 i risparmi in termini di indebitamento netto derivanti dalla razionalizzazione della spesa ammontano a circa 3,6 miliardi nel 2014, 18 miliardi nel 2015, 25 miliardi nel 2016, 27,6 miliardi nel 2017 e circa 28,7 miliardi nel 2018.