Roma - Il Pakistan punta a raddoppiare, nel giro di due o tre anni, fino a due miliardi di dollari, il suo interscambio con l'Italia, "partner privilegiato" del Paese asiatico ma soprattutto "partner complementare" per intraprendere insieme una strada di sviluppo. A parlarne all'AGI è Miftah Ismail, consigliere speciale del premier Nawaz Sharif e presidente del Board of Investment. Nella capitale per qualche giorno per "incontrare politici e imprenditori" ma anche per "attivare tutte quelle relazioni che diano spinta al rapporto bilaterale tra i due Paesi", Ismail ha partecipato al Forum sulle opportunità di commercio e investimento in Pakistan inaugurato dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. "E' la prima volta che facciamo in Italia un Forum che presenta la storia economica del Pakistan alla comunità italiana" ha affermato. "E' un primo passo e ci attendiamo che anche imprenditori e ministri italiani vengano in Pakistan". L'Italia è tra i primi dieci partner commerciali del Pakistan e il terzo nell'Unione Europea, dopo la Germania e il Regno Unito. "L'export dell'Italia in Pakistan è intorno ai 500 milioni di dollari, quello del Pakistan 600 milioni per un totale di un miliardo di interscambio che ci auguriamo che raddoppi nei prossimi due anni". "L'Italia ci ha sempre sostenuto" ha detto Ismail, soprattutto con l'Ue, aiutando il paese asiatico a ottenere nel 2013 il Generalised System of Preferences (GSP) status che garantisce ai suoi prodotti un accesso 'duty free' sul mercato europeo. "Vorrei vedere piu' importazioni dal Pakistan ma anche dall'Italia verso il nostro paese. Aumento dell'interscambio vuol dire aumento degli investimenti, non solo nei settori tradizionali come quello dell'Oil and Gas, ma anche in altri, come l'automotive, la moda". "Italia e Pakistan - ha proseguito il rappresentante pakistano - hanno una forza economica complementare: sul fronte italiano molta innovazione, tecnologia e design. Da parte nostra grandi capacita' e un mercato molto ampio, ma soprattutto con enormi risorse".
Della opportunità di spingere sull'interscambio tra i due Paese Ismail è tornato a parlare anche alla Farnesina nell'evento organizzato dalla direzione generale Promozione del Sistema Paese del ministero insieme all'Ice, Unido, Confindustria e l'ambasciata del Pakistan. Italia e Pakistan, ha sottolineato Ismail, vantano "ottime relazioni ma non sufficientemente rappresentate dal volume degli scambi commerciali". Da qui, l'intenzione di "dare nuovo impulso" alle relazioni, cercando di "riflettere l'innovazione italiana e i progressi compiuti dal Pakistan", e poter cosi' "migliorare ulteriormente i rapporti". Oggi d'altronde, ha spiegato il consigliere di Sharif, "il Pakistan e' un paese piu' sicuro". Sul fronte della sicurezza "il governo e' impegnato in una mega operazione al confine ed e' in prima linea contro il terrorismo. Forse non lo abbiamo sconfitto ancora ma lo abbiamo ampiamente contenuto". Ismail ha messo l'accento sullo sviluppo recente del Paese: "abbiamo dovuto affrontare tre sfide principali, sicurezza, insufficienza energetica e stagnazione economica, tutte trasformatesi in opportunita'". "Oggi siamo sicuramente piu' sicuri di quanto siamo mai stati negli ultimi dieci anni, sono stati compiuti molti progressi nel campo della sicurezza e della legalita'", cosi' come sforzi sono stati profusi nel settore energetico, dove sono stati "investiti 4 miliardi di dollari per collegare le varie reti e sottoscritto accordi con aziende internazionali per poter assicurare un futuro energetico". Allo stesso modo, "sono stati costruiti impianti solari, idroelettrici, eolici in modo da evitare insufficienze energetiche". "In tre anni - ha proseguito - siamo diventati un esempio di stabilità per il Sud-Est asiatico, con una riduzione del deficit al 4% del Pil, tassi d'interesse al minimo storico negli ultimi vent'anni, inflazione al 2%, una crescita del 4% l'anno scorso che speriamo quest'anno passi al 5% e con gli investimenti nel settore energetico pensiamo di crescere fin al 7-8%". A questo si aggiunge "una grande classe media, la quinta al mondo, che può affrontare acquisti in un'ampia gamma di prodotti, un aumentato potere di acquisto che puo' attrarre aziende manifatturiere in Pakistan". Non solo gas quindi per convincere gli investitori nostrani ma, come ha illustrato Ismail, "tre buone ragioni" per fare affari con Islamabad. "Le nostre incredibili risorse, minerarie ed energetiche, ma anche idriche e siamo tra i maggiori produttori di riso e cotone". Inoltre, ha aggiunto, "il nostro mercato è enorme: sei milioni di persone con una grande classe media in grado di comprare macchine e lavatrici, beni di consumo". Infine "tra gli altri paesi asiatici siamo quello che cresce di piu'. Quindi un'azienda italiana non dovrebbe limitarsi a vendere al Pakistan ma dovrebbe entrare nel mercato pakistano" ha concluso. (AGI)