Roma - Dai film polizieschi alle commedie, Starbucks è uno dei marchi più "citati" da Hollywood che non resiste alla tentazione di mettere in mano ai suoi protagonisti il famosissimo bicchiere di carta a prova di ustioni. Più che una bevanda, infatti, la catena americana ha fatto del cappuccino, o meglio del Frappuccino, una sorta di status symbol. Tra le immagini più ricorrenti, quelle di personaggi newyorchesi che corrono per Manhattan con una bevanda di Starbucks.
Nel Diavolo Veste Prada tocca ad Andrea Sachs (Ann Hataway), neo-laureata in cerca di lavoro appena arrivata a New York per realizzare il suo sogno: diventare una giornalista. Finirà per essere assunta dalla rivista di moda Runway, come seconda assistente della direttrice Miranda Priestly, che non concederà alla stagista nemmeno un minuto per mangiare, ancor meno per un caffè.
Proprio in uno Starbucks, invece, la libraia Kathleen Kelly-Meg Ryan di "C'è posta per te" si innamora della sua anima gemella Joe Fox, interpretato da Tom Hanks.
In "Sex and the City", Carrie Bradshow (Sarah Jessica Parker) assume in un locale della catena una nuova stagista quando decide di riprendere in mano le fila della sua vita dopo essere stata piantata all'altare da Mr. Big.
Uno Starbucks fa da sfondo anche alle avventure Tom Bailey, playboy incallito di "Un amore di testimone" interpretato da Patrick Dempsey e alle stranezze di Greg Fotter-Ben Stiller in "Ti presento i miei".
Non rinunciano al Frappuccino nemmeno agenti dell'Fbi come Sandra Bullock, in Miss Detective, e duri come Brad Pitt e Edward Norton in Fight Club