Roma - Frena la crescita italiana nella parte finale del 2015, deludendo le attese. Nel quarto trimestre dello scorso anno, secondo la stima preliminare dell'Istat, il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, e' aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente risultando quindi inferiore rispetto alle previsioni dello stesso Istituto. La variazione congiunturale, spiega l'Istat, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell'industria e di aumenti in quelli dell'agricoltura e dei servizi.
Padoan, non sono preoccupato e la crescita continua
Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte), piu' che compensato dall'apporto positivo della componente estera netta. Nello stesso periodo il Pil e' aumentato in termini congiunturali dello 0,2% negli Stati Uniti e in Francia e dello 0,5% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si e' registrato un aumento dell'1,9% nel Regno Unito, dell'1,8% negli Stati Uniti e dell'1,3% in Francia. La Grecia ha registrato invece un arretramento dello 0,6% trimestrale e dell'1,9% su base annuale. Con la chiusura dei quattro trimestri, l'Istat fornisce anche la prima stima dell'intero 2015 (quella ufficiale arrivera' a marzo): la variazione annua del Pil, calcolata su dati trimestrali grezzi, e' pari allo 0,7% (ma scende allo 0,6% se si corregge il dato per gli effetti di calendario), inferiore al +0,9% indicato dal governo nella Nota di aggiornamento al Def e anche alla previsione dello 0,8% indicata a dicembre dall'Istat stesso. Nel 2015 comunque il Pil torna al segno positivo dopo tre anni consecutivi in negativo (-2,8% nel 2012; -1,7% nel 2013; -0,4% nel 2014): si tratta inoltre del dato migliore dal 2011 quando si era registrata una crescita pari allo 0,6%. La variazione acquisita per il 2016 e' pari al +0,2%.
"I dati Istat sul Pil confermano che non c'è una vera ripresa e questo accade perche' non si fanno scelte coerenti". Ha commentato il segretario della Uil Carmelo Barbagallo. Di dati "non molto incoraggianti" parla la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, secondo cui il Governo "fa bene" a sollecitare "la fine della stagione del rigore e dell'austerity a livello europeo". Per Confcommercio, nonostante il rallentamento del Pil, "in parte inatteso", registrato nel quarto trimestre 2015 "una crescita significativa nell'anno in corso e' un obiettivo possibile anche se non agevole". L'Italia sottolinea l'Ufficio economico di Confesercenti "sembra aver archiviato la fase piu' difficile della crisi ma e' rimasta congelata in una fase di stabilizzazione dei livelli di attivita' senza che vi siano le premesse per un'accelerazione a breve". (AGI)