Suicida magistrato Giusti: "io condannato ingiustamente"
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Suicida magistrato Giusti: "io condannato ingiustamente"

Suicida magistrato Giusti: "io condannato ingiustamente"

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(AGI) - Roma, 15 mar. - Il giudice Giancarlo Giusti - trovatomorto questa mattina nella sua abitazione di Montepaone inCalabria - aveva rilasciato a Klaus Davi per il suo programmaKlausCondicio le sue due ultime interviste nelle quali si eradefinito innocente. Ecco una sintesi: Dopo la condanna in Cassazione per associazione mafiosa l'exgiudice Giancarlo Giusti, che fu arrestato nel novembre del2011 su mandato di Ilda Boccassini per corruzione aggravata inatti d'ufficio e per associazione mafiosa, spiegava: "ora sonorovinato, non ho piu' un lavoro. Non mi aspettavo una condannadella Suprema Corte cosi' dura visto che, come hanno potutodimostrare i miei avvocati, il mio ufficio di gip non e' maistato coinvolto in questa vicenda mai una sola volta". Giusti aveva anche detto: "Sono stato leggero. Mi pento diaver infangato la toga, ma non sono un corrotto. Con GiulioLampada c'era un rapporto affettivo amicale: gli volevo bene,lo consideravo una persona da abbracciare, un confidente. Misono sentito accettato, coccolato e risollevato. Come accertatodai processi in primo e secondo grado, nel periodo in cui lofrequentavo io non era assolutamente identificato comeesponente della 'ndrangheta". "Ho sbagliato ad accettare - aveva ammesso ancora l'exmagistrato - che mi pagasse donne e cena, ma non gli hoconcesso nulla in cambio. Non risulta nessun provvedimento delmio ufficio in favore del Lampada, tantomeno sentenzeaggiustate. Mai ho preso soldi da lui. Sia chiaro. In tasca mianon e' mai entrato un euro. Si e' trattato solo di quattro cenecon relative quattro donne. Questo era il modo di fare diLampada, di testimoniare la sua amicizia. Lo faceva con tuttiquelli che gli capitavano. Li e' stato il mio errore. Maattenzione a fare il salto, dalle utilita' che ho ricevuto(quattro cene al ristorante e quattro donne) a una certacorruzione, che non vi e' stata". "La mia - ha raccontato ancora Giusti nell'intervista - e'stata una debolezza dovuta al momento terribile che stavoattraversando per la mia separazione. Sono stato stupido. Anchese presi informazioni per mezzo delle forze dell'ordine e dipersone vicine ai servizi citate nel processo con nome ecognome, nessuno mi disse mai nulla. E' chiaro che non ci sisiede con nessuno se si e' nella mia posizione. E' stato unerrore molto grave il mio. Ma nessun atto ha mai coinvolto ilmio ufficio". "Quando si va a scavare - continua Giusti - non si trovanulla: nessun provvedimento del mio ufficio in favore delLampada, tantomeno sentenze aggiustate. Lampada eraincensurato: lo incontrai a una manifestazione politica aLamezia Terme dove c'erano Scopelliti, Alemanno, Quagliarielloe lui in mezzo. Era seduto vicino a queste persone"Quanto ai rapporti fra Domenico Punturiero e i Bellocco e alleaccuse di Giusti di avere agevolato scarcerazioni di esponentidel Clan Bellocco in cambio di 120 mila euro, l'ex magistratoprecisa: "Non e' mai emerso un contatto tra Punturiero e iBellocco. Mai. Ne' di persona ne' per telefono. Non e' neanchemai emerso che io abbia avuto un euro. Quando ho voluto fareaffari ho preso i miei risparmi di una vita e ho consegnato imiei soldi al signor Punturiero: 120 mila euro per acquistareun appartamento in via di costruzione alle porte di Milano,soldi mai restituiti". (AGI).
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