Strage Cassano: la crudelta' dei killer e l'emozione del Papa
ADV
ADV
Strage Cassano: la crudelta' dei killer e l'emozione del Papa

Strage Cassano: la crudelta' dei killer e l'emozione del Papa

di lettura
(AGI) - Catanzaro, 12 ott. - Ucciso con un colpo in testa e poidato alle fiamme. Cosi' mori' Coco' Campilongo, il piccolo ditre anni ammazzato in un agguato insieme al nonno, GiuseppeIannicelli, e alla compagna di quest'ultimo, Ibtissam Taouss. Iloro corpi furono ritrovati carbonizzati nell'autovettura difamiglia, in contrada Fiego di Cassano allo Ionio, nelCosentino, domenica 19 gennaio, due giorni dopo la loroscomparsa. Fu un delitto atroce, non solo per il numero dellevittime e le modalita' dell'agguato, ma perche' i killer nonebbero nessun rimorso nel colpire anche il piccolo NicolinoCampolongo. Un delitto feroce che commosse il papa e lo spinseall'ennesima condanna della criminalita' organizzata. Coco' fu "colpevole" di essersi trovato al posto sbagliatoe nel momento sbagliato, ritrovato dagli inquirenti nelseggiolino della macchina, completamente carbonizzato, comefosse un criminale di primo livello. Gli arresti dei dueesponenti delle cosche di Sibari conferma la lineainvestigativa di una guerra interna alla mafia, come ipotizzatoin un primo momento. D'altronde, le modalita' di esecuzioneerano state chiare: Giuseppe Iannicelli venne ucciso con duecolpi di pistola, uno in testa l'altro alla fronte. Quindi ladecisione di carbonizzare i cadaveri, forse anche per nonlasciare tracce. Una condizione disumana, al punto che funecessario identificare i corpi irriconoscibili attraversol'esame del Dna. Il triplice delitto fece scattare una pioggiadi condanne e di solidarieta' nei confronti della famiglia, maanche un allarme sociale per il livello raggiunto conl'assassinio di un bambino. Le ipotesi furono diverse, fino asostenere l'intervento di killer stranieri assoldati perl'occasione, ipotesi smentita dai due arresti di oggi. GiuseppeIannicelli aveva precedenti per spaccio, ma tutta la famigliaaveva problemi con la giustizia. Infatti, la moglie dell'uomo,Maria Rosa Lucera, le due figlie Simona e Antonia (madre diCoco') e i due generi Roberto Pavone e Nicola Campolongo, ilcognato Antonio, il suocero Cosimo (deceduto in carcere) e ilnipote Tommaso, erano rimasti coinvolti, a vario titolo,nell'operazione "Tsunami".- In ogni caso, la Direzionedistrettuale antimafia ha sempre escluso che la famiglia delpiccolo Coco' potesse essere organica alle cosche della zona.Lo sconcerto e il trauma per un delitto cosi' atroce valico'anche i confini calabresi. Mentre a Cassano, in migliaia,scesero in piazza per una fiaccolata promossa dalla Diocesi,guidata all'epoca da Monsignore Nunzio Galantino, vescovo epresidente della Conferenza Episcopale Calabra, arrivaronodiverse testimonianze e si alzo' il livello di attenzione daparte della magistratura e delle forze dell'ordine. La stragedi Cassano colpi' anche Papa Francesco che, durante la suavisita nel territorio del Cosentino, volle incontrare prima iparenti del piccolo Coco' nel carcere di Castrovillari, quindipronuncio' parole molto dure durante la sua omelia: "Mai piu'succeda che un bambino - disse il Pontefice - debba averequeste sofferenze. Mai piu' vittime della 'ndrangheta. Non devemai succedere una cosa del genere nella societa'. Pregocontinuamente per lui, e per tutti i bambini vittima di questasofferenza, non disperate". (AGI)
ADV