Pistorius: la vita sul filo del rasoio di "Blade Runner"
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Pistorius: la vita sul filo del rasoio di "Blade Runner"

Pistorius: la vita sul filo del rasoio di "Blade Runner"

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(AGI) - Pretoria, 15 ott. - Dopo un anno di carcere, OscarPistorius uscira' martedi' per una liberta' vigilata di cuiancora non sono stati resi noti i termini. E' l'ennesimo colpodi scena nella travagliata vicenda giudiziaria dell'ex campioneparalimpico, condannato a 5 anni di carcere per l'omicidiocolposo della fidanzata Reeva Steenkamp, la notte di SanValentino del 2013. Capace di trasformare un handicap in un vantaggio,considerato un eroe nazionale e un'icona per tutti quelliconvinti che si puo' varcare il muro della disabilita',Pistorius e' passato dalle stelle alla polvere. Nessuno loavrebbe potuto prevedere quando, a Londra, nel 2012 centro' lasua idea folle: diventare il primo biamputato a gareggiare coni normodotati in un'Olimpiade. Il mondo si inchino' al coraggiodi un essere umano che, nonostante la nascita senza le tibie el'amputazione ad appena 11 mesi di entrambe le estremita' sottole ginocchia, fosse riuscito a competere alla Olimpiadi con lesue avveniristiche protesi. "Blade runner" si classifico' per le semifinali dei 400metri e taglio' il traguardo in 45,44 secondi, il suo quartotempo piu' veloce su quella distanza. E solo i maligni disseroche quelle protesi - le 'lame', coltelli ricurvi che pesano il20% in meno di una gamba in carne e ossa - gli davano unvantaggio sleale sugli avversari. Gli altri tennero impressa lasua immagine avveniristico (non a caso Time lo inseri' tra le100 persone piu' influenti del Paese) e qualcuno parlo' di "uncieco che ha scalato l'Everest". Nato a Johannesburg nel 1986, Pistorius ha avutoun'infanzia e un'adolescenza traumatiche, segnate dalla suavulnerabilita', la separazione dei suoi genitori el'iper-protezione di una madre ossessionata dalla delinquenza.La madre, a cui il ragazzo era legatissimo, mori' quando luiera adolescente. Tutte esperienze che devono averlo marcato afuoco. E cosi' nei mesi successivi all'omicidio, sotto iriflettori di una stampa mondiale interessata in manieraossessiva al caso (le fasi salienti del processo sono stateseguite in diretta dai grandi network internazionali), e'emersa un'altra immagine di Pistorius: un giovane daicomportamenti a tratti violenti e collerici, facileprotagonista di scontri verbali e a volte anche fisici, con unapassione sfrenata per le auto veloci e le armi. Da allora lasua carriera e anche la sua fama si sono frantumati, con lastessa celerita' con cui sono spariti, l'uno dopo l'altro,all'indomani della tragica notte di San Valentino, tutti ilucrosi contratti con i marchi sportivi che lo sponsorizzavano. Dopo essere uscito dal carcere, senza una casa dove andaredopo aver venduto quella in cui uccise Reeva, e' probabile chel'ex atleta finisca di scontare la condanna dallo zio ArnoldPistorius, uomo d'affari facoltoso e di successo, padreadottivo di Pistorius e capo di questo clan di afrikaner conforti convinzioni calviniste, che lo aveva gia' ospitatodurante la liberta' condizionata prima della condanna. Unacondanna arrivata al termine di un processo in cui si era vistodi tutto: spettacolo, dramma, sangue. Pistorius aveva pianto,singhiozzato, vomitato e aveva dovuto mostrare, senza alcunpudore, anche i lati pui' intimi di se'. Aveva persinocamminato sui monconi, senza protesi, per mostrare la suaaltezza reale e la sua vulnerabilita'. Le polemiche non l'hanno mai abbandonato, neanche dopo lasentenza, che ha suscitato proteste per la leggerezza dellacondanna. Entrato in carcere il 21 ottobre del 2014, Pistoriusgia' alla fine di agosto stava per riassaporare la liberta',grazie alla commissione per il riesame che ne aveva decretatola scarcerazione dopo aver scontato gia' un sesto della pena.Ma la decisione aveva sollevato un polverone nel Paese, tantoda spingere il ministro della Giustizia, Michael Masutha, aintervenire all'ultimo minuto, opponendosi alla liberazione. Lacommissione d'appello ha pero' confermato la decisione delboard, approvando la liberta' vigilata a partire dal 20ottobre. I termini non sono ancora stati resi noti ma moltoprobabilmente l'atleta dovra' restare confinato in casa perdiverse ore al giorno e impegnarsi in lavori socialmente utili. Ma la liberazione potrebbe essere una conquista di brevedurata. La sentenza a cinque anni di carcere per omicidiocolposo, infatti, era stata giudicata "incredibilmente lieve"dalla procura che aveva presentato appello. Nel dicembrescorso, la giudice Thokozile Masipa, la stessa che lo avevacondannato in primo grado, aveva dato il via libera: il 3novembre l'ex campione tornera' in tribunale. (AGI).
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