Papa: due anni fa l'elezione di Bergoglio, "vescovo fatto popolo"
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Papa: due anni fa l'elezione di Bergoglio, "vescovo fatto popolo"

Papa: due anni fa l'elezione di Bergoglio, "vescovo fatto popolo"

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(AGI) - CdV, 12 mar. - Il 13 marzo 2013 l'elezione di JorgeMario Bergoglio, cardinale conosciuto per la sua austerita' ela vicinanza ai poveri, e' apparsa subito come il segnale chela Chiesa Cattolica, "riuscendo ancora una volta a sorprendere,come aveva fatto spesso nei suoi duemila anni di storia,sarebbe stata in grado di venir fuori da quel buco nero in cuiera sprofondata", come ha scritto l'ex vice direttoredell'Osservatore Romano Gianfranco Svidercoschi nel suo libro"Un Papa solo al comando" (pubblicato dalle edizioni Tau).Insieme alla decisione di chiamarsi Francesco, nome che nessunpredecessore aveva osato scegliere, a colpire tutti a livelloemotivo fu il gesto compiuto subito dopo l'annuncio, sullaLoggia della Basilica di San Pietro, quando il nuovo Papachino' il capo chiedendo alla folla di pregare su di lui:impressiono' quel modo cosi' diverso di rapportarsi al popolo,anche se solo dopo abbiamo compreso che sarebbe stato ineffetti la cifra del Pontificato. Gradualmente poi le parole diPapa Francesco, a cominciare dalla straordinaria novita' delleomelie quotidiane, e soprattutto i suoi gesti ci hanno aiutatoa "inquadrare" lo straordinario Pontificato che stiamo vivendo.Jorge Mario Bergoglio e' un Papa al quale si applica molto benela definizione sconvolgente che don Tonino Bello ha utilizzatoper descrivere il martire Romero, che lo stesso Francesco hadeciso sia proclamato beato il prossimo 23 maggio: "un vescovofatto popolo". I pastori, infatti, "debbono camminare davanti,insieme, e dietro al popolo", con grande fiducia in Dio e nel"fiuto" dei cristiani semplici. Una fiducia che davvero ispiraBergoglio, come testimonia la scelta di chiedere alla base diesprimersi sulle questioni piu' difficili all'esame del Sinodo(come la comunione ai divorziati-risposati e l'accoglienza deigay nelle comunita' ecclesiali). Una decisione che la profondarivoluzione della quale Francesco, "Papa fatto popolo", ha resopartecipi tutti i credenti, una moltitudine sterminata e spessosofferente, cui questo ha voluto restituire una dignita' e unruolo che nel tempo forse erano stati sottratti. Unito al suopopolo, infatti, il vescovo, come ha detto Francesco il 4 marzoai presuli amici del Movimento dei Focolari, "diventa Vangelovivo, diventa Pane spezzato per la vita di molti con la suapredicazione e la sua testimonianza. Chi si nutre con fede diCristo Pane vivo viene spinto dal suo amore a dare la vita peri fratelli, ad uscire, ad andare incontro a chi e' emarginato edisprezzato". Fu pero' il 16 marzo mattina, quando loincontrammo nell'Aula Nervi con tutto il mondo dei media, cheFrancesco conquisto' definitivamente l'opinione pubblicamondiale con la spiegazione del perche' di quel nome, con ildesiderio espresso di "una Chiesa povera e per i poveri", e conle parole sulle dimissioni di Benedetto che sciolsero quelgrumo di sofferenza e delusione conseguenza delle vicende diVatileaks, che si era sedimentato in molti cuori nel tempodella sede vacante. Tutto questo ha aiutato a seguire findall'inizio il Pontificato con fiducia e speranza. Giorno pergiorno, in questi due anni, poi, con le esigenti omelie diSanta Marta, il nuovo Papa ci ha come presi per mano per farciscoprire in concreto che il Vangelo chiede un profondocambiamento anche a chi ha ricevuto una buona formazionecattolica. Ma non solo solo i cattolici ne' solo i cristiani agiovarsi degli insegnamenti di questo Pontefice, comesottolinea l'Osservatore Romano affidando, alla vigiliadell'anniversrio dell'elezione, il suo editoriale al rabbino diBuenos Aires Abrhan Skorka. "Non si devono guardare solo icambiamenti strutturali che ha introdotto nei diversi ambitivaticani, con proiezioni su tutta la Chiesa, ma - suggerisceSkorka - si deve anche prestare un'attenzione particolare alrinnovamento ideologico che egli sta propiziando per il suogregge". Per Skorka, Bergoglio si ispira a "quei profeti che, apartire dalla generazione di Isaia, Osea, Michea e Amos,insegnarono che l'inizio della manifestazione della fede in Diosta nel rispetto del prossimo. Ogni societa' in cui esiste chisfrutta i propri simili facendoli soffrire insulta e disprezzail Creatore". (AGI).
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