Olivicoltura: nanomolecole per contrastare la xylella fastidiosa
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Olivicoltura: nanomolecole per contrastare la xylella fastidiosa

Olivicoltura: nanomolecole per contrastare la xylella fastidiosa

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(AGI) - Lecce, 26 set.- Un importante passo avanti e' statocompiuto nell'ambito del programma di ricerca scientifica sullepossibili cure contro la xylella fastidiosa, il batterio che haaggredito gli ulivi del Salento distruggendone migliaia. Lanovita' riguarda la possibilita' di iniettare nelle piantemalate delle nanomolecole che aggrediscano la xylella e ladistruggano, sperimentata nei laboratori dell'Universita' delSalento dall'equipe guidata dal docente di Chimica GiuseppeCiccarella. Il progetto rientra nel cluster tecnologico Tapass,finanziato dalla Regione Puglia per 549.000 euro e al qualepartecipano diversi enti, a partire dalle Universita' di Leccee Bari e dal Cnr. Nonostante il progetto sia stato presentatonel capoluogo salentino a fine marzo, l'accordo per lacostituzione dell'Ats (Associazione temporanea di scopo),necessaria per la gestione del finanziamento, e' stato firmatosoltanto mercoledi' scorso e nel giro di qualche settimana ifondi messi a disposizione dovrebbero essere concretamenteerogati. Nei scorsi mesi, comunque, la ricerca ha gia' mosso iprimi passi, anche alla luce della necessita' di individuareuna cura alla batteriosi che colpisce gli ulivi e che si e'estesa ormai all'intera provincia di Lecce, con focolai inquella di Brindisi, a Oria e Torchiarolo. Stando alleinformazioni attuali non esiste attualmente una cura contro laxylella che colpisce gli ulivi, dal momento che negli StatiUniti sono state sperimentate e attuate cure relative ad altretipologie vegetali. In Salento, invece, gli scienziati guidati da Ciccarellahanno testato l'inserimento di nanovettori nei tronchi degliulivi malati con l'obiettivo di aggredire il batterio. Lanovita' piu' importante delle ultime settimane e' statal'evidenza che non solo le nanoparticelle entrano nei canalixylematici senza aggredire le piante, quanto riescono adinteragire con la xylella fastidiosa, penetrando al suointerno. "Cio' significa - ha chiarito Ciccarella - che vieneconfermata la funzionalita' delle nanoparticelle anche perquesto particolare tipo di batterio e che si potra'eventualmente utilizzare la stessa strategia gia' in uso incampo oncologico, che prevede la possibilita' di inocularefarmaci tramite queste piccolissime particelle, potenziandolifino a dieci volte". Questo risultato, che pure dovra' essereulteriormente approfondito, nei giorni scorsi e' statopresentato a Nanoitaly, l'evento che riunisce ricercatori etecnologi nell'ambito delle nanotecnologie, organizzatoall'Universita' La Sapienza di Roma.(AGI).
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