Indesit: da Torino a Fabriano, il made in Italy va negli Usa
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Indesit: da Torino a Fabriano, il made in Italy va negli Usa

Indesit: da Torino a Fabriano, il made in Italy va negli Usa

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(AGI) - Roma, 11 lug. - La Indesit e' un pezzo di storia delmade in Italy, un simbolo del nostro boom economico: nasce aTorino nel 1953, finisce ai Merloni, a Fabriano, nel 1985 e orava negli Usa, acquistata dalla Whirpool. Tutto comincia 61 annifa nel torinese, dove tre soci, Armando Campioni, AdelchiCadellero, e Filippo Gatta, fondano la Spirea, un'azienda cheproduce elettrodomestici 'bianchi' e cioe' lavatrici,frigoriferi, lavastoviglie, cucine, oltre che televisori eregistratori di cassa. Scelgono di chiamarla col nome di unapianta bianca proveniente dall'Asia del Sud, poi pero' cambianoidea e Spirea diventa Indel, poi Indes e infine Indesit, nel1961. Nel Piemonte targato Fiat tre pionieri scelgono di fareelettrodomestici, e' un azzardo, una scommessa che si rivelera'vincente. L'elettrodomestico, all'inizio del boom, sembra unlusso, un'americanata, e invece segnera' l'avvento di un nuovostile di vita, il cambio di passo dell'Italia che si urbanizza,si industrializza. Con l'automobile e la plastica,l'elettrodomestico diventa il simbolo della nostramodernizzazione. Indesit s'impone come un marchio vincente,un'azienda capace di offrire nuovi prodotti a costi contenuti.Si ritaglia uno spazio importante sul mercato italiano e ancheall'estero. Nel 1970 ha 12 mila dipendenti, 5 impianti neltorinese e due nella provincia di Caserta, sperimenta Isa, unsistema di trasmissione televisiva a colori, che il governoitaliano boccia, compra il marchio Hirundo col quale produceradio a transistor, acquisisce il 6% della Seleco di Pordenone,che ha come azionista i Zanussi. Negli anni Ottanta pero'inizia la crisi, il made in Italy dei tempi del boom diventameno competitivo, perde terreno. Nel 1984 Indesit va inamministrazione controllata e viene ricapitalizzata per 74miliardi. Nel 1985 vende l'elettronica a Olivetti, ma non siriprende, i dipendenti scendono a 7 mila, per la maggior partein cassa integrazione. Quello stesso anno il Tribunale diTorino nomina commissario Giacomo Zunino, che avvia laristrutturazione. Nel 1987 una Indesit rattoppata dalla curacommissariale e coi conti aggiustati e' acquistata dai Merloniper 50 miliardi, piu' altri 100 da investire nel rilancio.L'azienda viene fusa con la rivale Ariston e nasce Indesitcompany, un nuovo gruppo con sede nelle Marche, a Fabriano. Lavicenda dei Merloni e' un altro pezzo di storia made Italy. Nel1930 a Fabriano, Aristide Merloni avvia una fabbrica dibilance, nel secondo dopoguerra diventa sindaco di Fabriano, e'amico di Enrico Mattei, comincia a produrre bombole per il gasliquefatto, poi passa agli scaldabagni, ai fornelli smaltati agas, ai frigoriferi. Nel '75 Vittorio Merloni, che sara' anchepresidente di Confindustria, fonda la Ariston, che producetutta la gamma del 'bianco' dalle cucine alle lavatrici. LaIndesit company dei Merloni diventa un colosso da 16 miladipendenti, con 14 stabilimenti, un gruppo che sbaraglia laconcorrenza in Italia e punta a competere in Europa e nel mondocon Bosh, Electrolux, Lg, Philips. Negli anni Novanta diventail numero due in Europa, delocalizza in Russia e in Cina, maconserva il 30% della produzione in Italia. Il suo limite,nell'era della globalizzazione, e' che concentra il 60% dellaproduzione in Europa. Nel 2009 la crisi impatta duramentel'azienda, che perde il 17% dei ricavi. Nel 2012 utili e ricavitengono ma solo grazie al mercato russo e a quello britannico,inoltre senza l'effetto dell'euro forte il bilancio sarebbe inrosso. Nel 2013 l'amministratore delegato Marco Milani subentraalla presidenza ad Andrea Merloni e, per la prima volta, iltimone dell'azienda non e' piu' in mano alla famiglia Merloni.E' un segnale importante, che si concreta oggi, con ilpassaggio di oltre il 60% di Indesit agli americani. (AGI)
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