Ilva Taranto: i pm "Diritto vita e salute non sono comprimibili"
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Ilva Taranto: i pm "Diritto vita e salute non sono comprimibili"

Ilva Taranto: i pm "Diritto vita e salute non sono comprimibili"

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(AGI) - Taranto, 26 nov. - E' di sette arresti il bilanciodell'operazione della guardia di finanza di Taranto che haeseguito le ordinanze di custodia cautelare, perquisizioni esequestri per la Ilva. Delle tre ordinanze in carcere (le altrequattro riguardano gli arresti domiciliari), una e' neiconfronti di Fabio Riva che allo stato e' irreperibile. Due deiprovvedimenti si riferiscono a procedimenti autorizzativirilasciati dalla Pubblica amministrazione per materieambientali e discariche, gli altri cinque invece sono riferitial cosiddetto "filone Ilva" per il quale da luglio scorso e' inatto un sequestro per disastro ambientale degli impiantidell'area a caldo. Le ipotesi di reato vanno dall'associazionea delinquere (finalizzata al disastro ambientale aggravato eall'omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sullavoro, avvelenamento di acque e sostanze alimentare),concussione e corruzione . Coinvolti, fra gli altri, FabioRiva, vicepresidente dell'omonimo gruppo siderurgico, l'exassessore all'Ambiente della Provincia di Taranto, MicheleConserva, l'ex direttore dello stabilimento siderurgico diTaranto, Luigi Capogrosso, e l'ex consulente dell'Ilva diTaranto, addetto ai rapporti con le Pubbliche Amministrazioni,Girolamo Archina'. Ci sono anche circa 20 indagati a piedelibero, e' stato sottolineato nel corso di una conferenzastampa svoltasi nella sede del comando dalla Guardia diFinanza, il procuratore capo della Repubblica, Franco Sebastio,non ha escluso ulteriori sviluppi. Parlando del filoned'indagine relativo all'Ilva, il magistrato ha evidenziato come"il diritto alla vita e il diritto alla salute non sianocomprimibili dall'attivita' economica. Non ci possono esseresituazioni di inesigibilita' tecnica ed economica quando e' ingioco il diritto alla vita che e' un diritto fondamentalesancito dalla Carta Costituzionale". Un riferimento che ilprocuratore ha fatto proprio per evidenziare la gravita'dell'inquinamento contestato all'Ilva. "Stiamo parlando - haaggiunto il procuratore - di reati di pericolo che coinvolgonoun gran numero di persone". Spiegando poi il provvedimento disequestro sui beni prodotti dall'Ilva, coils e lamiere, ilprocuratore ha detto che "questi prodotti sono il prezzo e ilprofitto di un'attivita' che noi riteniamo penalmente illecitae quindi come tale da sottoporre a sequestro". In altritermini, i pubblici ministeri hanno ritenuto di doversequestrare i prodotti finiti dell'Ilva in quanto dopo ilsequestro dell'area a caldo senza facolta' d'uso fatto a luglioscorso, l'azienda ha ugualmente continuato a produrre. Ilprocuratore ha poi smentito che questa produzione, avvenutadopo il sequestro, sia dovuta anche ad un'azione di mancatavigilanza dei custodi giudiziari responsabili delle aree delsequestro. Il procuratore ha infatti chiarito che il primoprovvedimento del gip, risalente al 26 luglio scorso, prevedevache gli impianti dell'Ilva venissero spenti per far cessare lesituazioni di pericolo. Successivamente due provvedimenti deltribunale del riesame hanno evidenziato - ha detto ilprocuratore - che "lo spegnimento non era l'unica misurapossibile e che in ogni caso bisognava salvaguardarel'integrita' degli impianti per non comprometterne l'eventualeripresa produttiva futura e la sicurezza dei lavoratoriaddetti. Questa puntualizzazione del riesame - ha sostenuto ilprocuratore Sebastio - ha fatto si' che i custodi giudiziarisviluppassero un ulteriore lavoro di approfondimento tecnico enoi nelle ultime settimane abbiamo anche contattato delleaziende esterne all'Ilva che si sono dette disponibili aprocedere allo spegnimento degli impianti fermo restando tuttele misure e le cautele tecniche e di sicurezza. Il sequestrofatto a luglio presupponeva anche una collaborazione da partedel soggetto colpito, collaborazione che invece non c'e' stata,ne' noi la potevamo imporre. Ecco perche' si e' reso necessarioindividuare delle alternative come appunto il ricorso adaziende esterne, anche se esiste un problema di spesa chedovra' affrontare l'erario". Al procuratore e' stato poichiesto se di fatto il blocco a valle dei prodotti dell'Ilvanon portera' ora l'azienda a doversi autonomamente fermare. Ilprocuratore ha cosi' risposto: "Questo lo dovete chiedereall'Ilva, non a noi". Il procuratore ha poi aggiunto che granparte dell'inchiesta si e' basata sulle intercettazioni "dallequali non certo emerge - ha affermato Sebastio - un quadroallegro e confortante". A tal proposito il procuratore hacitato un'intercettazione, senza pero' specificare a chi fosseriferita, nella quale si dice testualmente: "Due casi di tumorein piu' all'anno... Una minchiata". Noi - ha affermato ilprocuratore - siamo dell'avviso che la vita umana sia sacra eanche il diritto alla vita di una sola persona va tutelatosopra ogni cosa. Ci conforta che le nostre richieste sianostate accolte integralmente dal gip". (AGI)
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