Angola: salesiani, in 6 anni via da strada centinaia di bambini
ADV
ADV
Angola: salesiani, in 6 anni via da strada centinaia di bambini

Angola: salesiani, in 6 anni via da strada centinaia di bambini

di lettura
(AGI) - Luanda, 13 nov. - Padre Roberto Musante dell'ordine deiSalesiani arriva nei giardini di piazza Primero de Maio, aLuanda in Angola intorno alle 19,30 di tutti i giovedi'. Conlui ci sono i volontari del Vis che grazie ai finanziamentidella Cooperazione italiana allo sviluppo e dell'Ue portanoavanti un'attivita' per far si' che i bambini di strada diLuanda decidano di lasciare questa vita e affidarsi ad una casadi accoglienza dove studiare e imparare un lavoro. PadreRoberto racconta che negli ultimi 6 anni sono stati quasi millei bambini sottratti alla strada. I ragazzi su cui si concentral'attivita' dei Salesiani hanno fra i 6 e i 14 anni e sonoquasi tutti fuggiti dalle loro famiglie che vivono incondizioni di estrema poverta' nella periferia della capitale.Molti fuggono per il disinteresse, altri in seguito aimaltrattamenti frutto di una credenza popolare che vede alcunibambini accusati dai loro stessi parenti di essere dei"feitiseiri" cioe' degli stregoni che attirano la cattiva sortesulla famiglia. Una volta in strada vagano di quartiere inquartiere, dormendo dove capita e sopravvivendo grazie apiccoli lavoretti nel centro di Luanda: lustrascarpe,lavavetri, facchini. I volontari li avvicinano in quellestrade, e con una sensibilizzazione continua, giorno dopogiorno, li invitano a lasciare la strada e a visitare il centrosalesiano e a frequentarlo. I giardini di piazza Primero demaio sono uno dei posti dove questi bambini vivono. Isidro ha14 anni. "E' andato e tornato dalla casa famiglia 5 volte",racconta padre Roberto mentre il ragazzino cerca diabbracciarlo e piagnucola che non scappera' piu'. "Non bastache mi dici che non scappi piu' - gli risponde il salesiano -devi chiederti perche' sei scappato. Cos'e' che ti mancava?Vivere senza regole? La strada? La benzina? E fare uno sforzoper capire che ". - Molti dei bambini radunati dai volontariportano con se' una bottiglietta di plastica in cui dentro c'e'uno straccio imbevuto di benzina e si stordiscono portando labottiglietta al naso. Altri per fare prima lo strofinaccio lomettono direttamente in bocca. Altri ancora per non avere lemani impegnate imbevono di benzina il collo e le maniche deivestiti e succhiano quelli. "Ho fatto a botte con un altroragazzino - risponde Isidro - ma prometto non scappo piu'". Unbambino si avvicina mostrando il labbro gonfio, con un tagliosu un occhio e togliendosi lo sfronicaccio dalla bocca,racconta di essere stato picchiato. Un altro con una ferita intesta, spiega di essere stato investito e chiede degliantiinfiammatori. Radunati tutti in uno spiazzo inizial'attivita'. I bambini giocano prima a calcio, poi gli vengonodati dei fogli e dei colori e fanno dei disegni che regalerannoa Fulvia, una volontaria italiana che dopo 5 anni di lavoro inAngola torna in Italia. Molti dei ragazzi la conoscono bene."Vorrei tanto che facciate la scelta di lasciare la strada -dice Flavia nel suo saluto ai bambini - perche' dovete pensareche non resterete bambini per sempre, crescerete e vorrei pervoi un lavoro e una famiglia, che abbiate un bel futuro". Poi,seduti di fronte ad una panchina su cui e' stato incollato uncrocifisso, recitano le preghiere prima che venga loro mostratoun cartone animato sulla vita di San Paolo. Al termine delcartone i bambini si mettono in fila per avere un panino eun'aranciata. Molti di loro non ricordano neanche quando hannomangiato o bevuto l'ultima volta. Alla fine salutano,abbracciano i volontari e spariscono alla fine della strada,verso le baracche abbandonate dove dormono. Alcuni di questidopo qualche giorno decideranno di andare dai volontari, nellacasa di accoglienza, altri resteranno in strada maprobabilmente non mancheranno l'appuntamento del giovedi'successivo. (AGI).
ADV