Papa: in 4 anni un crescendo di allarmi sul male nella Chiesa
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Papa: in 4 anni un crescendo di allarmi sul male nella Chiesa

Papa: in 4 anni un crescendo di allarmi sul male nella Chiesa

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(AGI) - CdV, 21 feb. - "Se vi mordete e vi divorate a vicenda,guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni con glialtri... Camminate secondo lo Spirito". Esattamente 4 anni fa,il 20 febbraio del 2009, il Papa ha scelto di commentare abraccio questo richiamo di San Paolo ai Galati, una delle primecomunita' cristiane che, spiega ai seminaristi del Laterano chelo ascoltano, "non era piu' sulla strada della comunione conCristo, ma della legge esteriore della 'carne'. "Vediamo bene -scandisce tra la meraviglia dei presenti nella Cappella dellaMadonna della Fiducia - che anche oggi ci sono cose simili"."Invece di inserirsi nella comunione con Cristo, nel Corpo diCristo che e' la Chiesa, ognuno - denuncia il Papa teologo -vuol essere superiore all'altro e con arroganza intellettualevuol far credere che lui sarebbe migliore. E cosi' nascono lepolemiche che sono distruttive, nasce una caricatura dellaChiesa, che dovrebbe essere un'anima sola ed un cuore solo". Edecco lanciato il primo monito, che non e' stato raccolto. Meno di un mese dopo, il Pontefice oggi dimissionarioprende carta e penna e torna sullo stesso concetto: "purtroppoancora oggi nella Chiesa c'e' il mordersi e il divorarsi avicenda, come espressione di una liberta' male intesa", scrivenella Lettera a tutti i vescovi del mondo, in risposta allepolemiche sul perdono concesso ai vescovi lefebvriani (tra iquali il negazionista Williamson, della cui sottovalutazionedell'Olocausto pero' Papa Benedetto none era a conoscenza acausa dell'incapacita' della Curia di gestire situazioni cosi'delicate). Nelle Lettera del 12 marzo 2009, Benedetto XVI parlacon amarezza delle polemiche planetarie: "A volte si ha l'impressione che la nostra societa' abbia bisogno di un gruppo,almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro ilquale poter tranquillamente scagliarsi con odio". E ancora: "Sequalcuno osa avvicinarglisi, in questo caso il Papa, perdeanche lui il diritto alla tolleranza e puo' pure lui esseretrattato con odio senza timore e riserbo". Parole queste ultimeche lasciano comprendere come si senta avvilito per gliattacchi subiti. E siamo solo alla vigilia del 2010, l'annushorribilis nel quale sono venuti fuori gli scandali sugli abusinegli Stati Uniti, in Germania e Irlanda. Ai cattolici diquesto paese, in una lettera datata 19 marzo, giorno del suoonomastico, Joseph Ratzinger confida di aver versato le suelacrime venendo a conoscenza delle sofferenze di tantiinnocenti, ma questo non gli ha risparmiato lo strazio di falseaccuse con le quali soprattutto nel 2010 si e' tentato dicoinvolgere prima il fratello ("colpevole" di aver dato forseun ceffone a qualche piccolo corista della Cattedrale diRatisbona) e poi addirittura il Papa stesso nello scandalo,facendolo passare ingiustamente come un insabbiatore, mentre inrealta' altri cardinali di Curia gli avevano impedito diprocedere contro il fondatore dei Legionari Marcial Maciel el'arcivescovo di Vienna, cardinale Groer, spingendo l'alloraprefetto della Congregazione della Dottrina della Fede achiedere di lasciare il suo incarico. Giovanni Paolo II volleche restasse al suo posto e consenti' che le inchieste fosseroalla fine avviate. L'11 maggio successivo sull'aereo che loporta a Lisbona, Benedetto XVI pronuncia parole inequivocabili:"non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, male sofferenze della Chiesa vengono proprio dall'interno dellaChiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si e'sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmenteterrificante: che la piu' grande persecuzione della Chiesa nonviene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa e chela Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare lapenitenza, di accettare la purificazione, di imparare da unaparte il perdono, ma anche la necessita' della giustizia. Ilperdono non sostituisce la giustizia". C'e' poi l'autentica "via Crucis" degli incontri con levittime della pedofilia (in Vaticano, negli Stati Uniti, inAustralia, a Malta, in Gran Bretagna e in Germania), conl'incoraggiamento costante alle vittime (al maltese LawrenceGrech, il 18 aprile 2010 ha detto: "sono molto orgoglioso dite, preghero' per te per avere il coraggio di raccontare la tuastoria. Spero che questa esperienza cambi la mia vita e che midia la forza di andare da mia figlia e dirle: io credo". Enella cappella della Nunziatura a Washington, dove il Papa haricevuto un piccolo gruppo di persone vittime di abusi sessualida parte di esponenti del clero l'arcivescovo di Boston,cardinale Sean O'Malley che li accompagnavano ha consegnato alPapa un libretto con mille nomi di vittime che hanno denunciatoi loro carnefici in talare per i crimini compiuti nella soladiocesi di Boston. Pochi mesi dopo a Sydney, incontrando levittime dell'Australia il Papa ha pronunciato parole moltoforti confessando "la vergogna che tutti abbiamo sentito aseguito degli abusi sessuali sui minori da parte di alcunisacerdoti o religiosi in questa Nazione". Ecco, il Papa forse si e' sentito schiacciato da quella"sporcizia" che aveva denunciato nella famosa meditazione delVenerdi' Santo del 2005, e che non e' riuscito a rimuovere deltutto, e che si annida anche nella Curia Romana, come dimostrail "Caso Vatileaks" e certifica la relazione dei tre "saggi"che hanno indagato, il cardinali ultraottantenni JulianHerranza, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi. Quelle pagine haforse in mente quando l'11 ottobre scorso Benedetto XVI, che siera affacciato per ricordare lo straordinario discorso diGiovanni XXIII "alla Luna", quello della carezza inviata aibambini, gela l'entusiasmo dei 40mila ragazzi dell'AzioneCattolica che stavano ancora scandendo il suo nome (guidati dalgiornalista Rosario Carello che aveva animato l'incontro)."Cinquant'anni fa in questo giorno - sono le sue parole - ancheio sono stato qui in piazza, con lo sguardo verso questafinestra, dove si e' affacciato il buon Papa, il Beato PapaGiovanni e ha parlato a noi con parole indimenticabili, parolepiene di poesia, di bonta', parole del cuore. Eravamo felici epieni di entusiasmo. Anche oggi siamo felici, portiamo gioianel nostro cuore, ma direi una gioia forse piu' sobria, unagioia umile". "In questi cinquant'anni - confessa - abbiamoimparato ed esperito che il peccato originale esiste e sitraduce, sempre di nuovo, in peccati personali, che possonoanche divenire strutture del peccato. Abbiamo visto che nelcampo del Signore c'e' sempre anche la zizzania. Abbiamo vistoche nella rete di Pietro si trovano anche pesci cattivi.Abbiamo visto che la fragilita' umana e' presente anche nellaChiesa, che la nave della Chiesa sta navigando anche con ventocontrario, con tempeste che minacciano la nave e qualche voltaabbiamo pensato: 'il Signore dorme e ci ha dimenticato'". Esattamente quattro mesi dopo, l'11 febbraio, Benedetto XVIannuncia a sorpresa la propria volonta' di lasciare ilMinistero Petrino. Nessuno si aspettava questo gesto, anche sele dimissioni del Papa erano considerate una teoricapossibilita' dopo l'intervista del 2010 a Peter Seewald, nellaquale - si era nel pieno della bufera dello scandalo degliabusi - aveva dichiarato: "Quando il pericolo e' grande non sipuo' scappare. Ecco perche' non e' il momento di dimettersi. Cisi puo' dimettere in un momento di serenita' o semplicementequando non ce la si fa piu'. Ma non ci si puo' tirare indietroe dire: ci pensi un altro". Al giornalista che lo incalzava persapere se era immaginabile allora una situazione in cui sarebbestato opportuno dimettersi, la risposta era stata: "quandogiunge alla chiara consapevolezza di non essere in grado dicontinuare, in questo caso il Papa ha il diritto e in alcunecircostanze anche il dovere di dimettersi". (AGI).
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