R oma - Lo splendido scenario dell'Aula magna del Palazzo della Cancelleria di Roma ha fatto da cornice ieri sera alla cena di gala in cui sono stati premiati i vincitori della settima edizione del Festival del Film cattolico Mirabile Dictu ideato e presieduto dalla regista, produttrice ed editrice Liana Marabini. La Giuria - presieduta dalla principessa Maria Pia Ruspoli, attrice, e composta da: monsignor Franco Perazzolo, del Pontificio Consiglio della Cultura, dal distributore e produttore austriaco professor Norbert Blecha, da Michèle Navadic, direttore programmazione RTBF (Belgio) e dalla produttrice Oriana Mariotti - ha decretato come miglior pellicola 'Poveda' dello spagnolo Pablo Moreno, prodotto da Andrés Garrigò (Goya Producciones), storia di padre Pedro Poveda (1874-1936), un presbitero spagnolo fondatore dell'istituzione Teresiana, che ha lottato per i diritti delle donne e il miglioramento dell'educazione dei bambini, fucilato dai repubblicani durante la guerra civile spagnola. Padre Poveda è stato canonizzato come martire da Giovanni Paolo II nel 2003.
Liana Marabini con Bibi Ballandi, Pesce d'Argento alla carriera
Pesce d'Argento come miglior regista all'austriaco Peter Schreiner per 'Lampedusa', film in bianco e nero che racconta le vite di un ex profugo africano e di una donna fuggita per far fronte a una crisi personale che si incrociano per caso sull'isola siciliana di Lampedusa. Il Festival Mirabile Dictu è "un atto d'amore verso la Chiesa", ha detto la regista e produttrice Liana Marabini durante la cerimonia di premiazione. La regista ha anche parlato del suo nuovo film, 'Madri' (Mothers), che uscirà l'11 settembre negli Stati Uniti e ad ottobre in Italia, nel cui cast figurano tra gli altri Remo Girone e Christopher Lambert. "È il primo film sulle madri dei foreign fighters, cioè sul fenomeno dei giovani europei che si arruolano nella Jihad - ha spiegato Liana Marabini -. Il suo obiettivo è di sensibilizzare i genitori e le scuole a riconoscere i segni della radicalizzazione".
Intervista a Liana Marabini sul film 'Madri' (Mothers) - TRAILER
La serata è stata preceduta da un intervento del cardinal Gianfranco Ravasi: "Fin dalla prima edizione, sette anni fa, il Pontificio Consiglio per la Cultura che io presiedo è stato patrocinatore di questo evento - ha notato il cardinale nel suo saluto introduttivo -. Abbiamo voluto sostenere questa iniziativa perché il desiderio è di unire fede e arte. Difatti nel Dicastero che io presiedo c'è un dipartimento dedicato a fede e arte, il cui intento non è solo quello di partecipare a iniziative come la Biennale d'Arte di Venezia, ma anche di poter entrare all'interno di questo orizzonte che è l'orizzonte del cinema e riuscire a fare in modo che in esso si realizzi il sogno supremo di ogni arte, quello di saper unire i grandi universali, un po' come sognava Aristotele, il quale pensava che nell'essere si incontrano tra di loro il vero, il bello e il giusto, il buono". Ecco gli altri premi.
Miglior cortometraggio: 'The Confession' di Johnn La Raw (Corea del Sud). Un uomo, ubriaco al volante, investe mortalmente un pedone senza prestargli soccorso né costituirsi. Dopo anni, ormai prossimo alla morte a causa di una grave malattia, torturato dalla sua coscienza, confessa il suo crimine ad un sacerdote, che si scopre essere il figlio orfano del pedone ucciso.
Miglior documentario: 'A life is never wasted' di Krzysztof Tadej (Polonia). Uun film sulla vita e sulla morte, sull'amore e l'odio. Descrive la tragica fine di due missionari polacchi, i padri Michal Tomaszek (31 anni) e Zbigniew Strzakowski (33 anni), impegnati in Perù a diffondere il messaggio di Dio e assassinati nel 1991 con un colpo alla nuca dai guerriglieri comunisti appartenenti al Sendero Luminoso. I due frati francescani sono stati beatificati da Papa Francesco il 5 dicembre 2015.
Il Premio speciale della Capax Dei Foundation è andato al film Kateri di James Kelty (USA), prodotto dal network cattolico EWTN e dallo stesso Kelty, dedicato alla figura di Kateri Takakwitha, la prima santa pellerossa d?America, vissuta tra il 1656 e il 1680, canonizzata da Benedetto XVI nel 2012.
Il Premio alla Carriera, infine, è stato attribuito al produttore televisivo italiano Bibi Ballandi, che ha realizzato molte trasmissioni televisive italiane di successo degli anni Ottanta, Novanta e Duemila, dagli 'one-man show' di Fiorello, Adriano Celentano, Gianni Morandi, Giorgio Panariello e Massimo Ranieri ai grandi varietà del sabato sera come 'Ballando con le stelle' e 'Ti lascio una canzone'.