Gilmour a Pompei: 45 anni fa l''odissea' dello storico film-concerto

Roma - Quattro giorni di musica live nell'anfiteatro romano di Pompei segnarono una tappa storica della carriera musicale dei Pink Floyd. Era l'autunno del 1971 quando i quattro componenti della leggendaria band tennero un concerto a porte chiuse per girare il film-documentario "Pink Floyd Live at Pompei" diretto da Adrian Maben e che usci' nelle sale nel 1974. Nemmeno Gilmour e soci, quasi trentenni e nel pieno della fase di rock psichedelico, erano consapevoli del successo che avrebbe avuto la pellicola.
Gia' all'inizio del 1971 Maben aveva provato a contattare il manager del gruppo, Steve O'Rourke, per un progetto che lo avrebbe visto unire la musica dei Pink Floyd con opere pittoriche, ma la proposta fu rifiutata. Nell'estate del 1971, il regista torno' alla carica dopo essere rimasto affascinato dall'Italia durante un viaggio con la sua fidanzata. Contatto' di nuovo la band e questa volta gli propose di realizzare un film-documentario-concerto ambientato all'anfitatrao romano di Pompei. Le riprese si tennero dal 4 al 7 ottobre e in quell'occasione i Pink Floyd suonarono solo 3 brani: "Echoes", "One of these days" e "A saucerful of secrets". Le tre canzoni vennero eseguite separatamente, per poi essere montate insieme.
Alcune bobine di pellicola andarono smarrite, lo rivelo' lo stesso Adrian Maben e Nick Mason: non a caso, le riprese di "One of these days" contenute nel film consistono quasi esclusivamente in inquadrature del batterista. Tuttavia nella pellicola trovarono spazio anche altri brani inseriti ex post: "Careful with that axe, Eugene", "Set the controls for the heart of the Sun" e "Mademoiselle Nobs (Seamus)". (AGI)