Film del premio Oscar iraniano sulla vendetta incanta Cannes  
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Film del premio Oscar iraniano sulla vendetta incanta Cannes  
Cannes- 21 Mag. Non ha deluso le attese il premio Oscar iraniano Asghar Farhadi, e ha offerto con il suo nuovo «Forushande- il commesso viaggiatore» tutte le giustifucazioni alla mossa del direttore artistico del Festival Di Cannes che ha deciso, in modo del tutto inusuale pe il festival francese, di inserire il film nel suo concorso ufficiale alla fine di aprile a programma già largamente annunciato, decisione doppiata, per la verità, alcuni giorni fa a sorpresa con l'inserimenti di «Peshmerga», il documentario di Bernard Henri- Levy sui combattenti curdi a festival già inoltrato nell sua seconda settimana.
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Il film viaggia nei piani alti della rosa dei film papabili nella 69' edizione del festival, e dopo la proiezione di sabato sera è oramai previsione diffusa tra i critici che il premio Oscar iraniano Farhadi potrebbe tornare in patria portando con se la seconda Palma d'Oro iraniana dopo quella vinta dal connazionale Abbas Kisrostami per "Il sapore delle ciliegie" nel 1997.

Il film (distribuito in italia da Lucky Red) ci porta nella Teheran di oggi durante una scossa di terremoto che costringe gli abitanti di un palazzo in un quartiere popolare ad evacuare lo stabile che rischia di crollare. Il collega del gruppo teatrale Babak (interpretato dal montatore-attore italo iraniano Babak Karimi) offre a una coppia di coniugi di trasferirsi in un appartamento di sua proprietà in un quartiere più benestante, dove prima abitava una prostituta. Ma i due, Emad e Rana, non sanno nulla sulla professione della signora, e non gli ex clienti sanno che ella non abita più in quell'appartameno. Così, un giorno, mentre la giovane attrice-sposa Rana è sola in casa e attende il ritorno di Emad dalla scuola dove insegna, suona il citofono, lei apre la porta senza chiedere chi sia, e si infila nel bagno per farsi una doccia. Ma chi sale in casa non è il marito, bensì uno dei cliente della vecchia inquilina.
Li, dopo che il film sembrava una cronaca quitidiana di una famiglia, il regista scatena i fatti e trasforma il film da un probabile melodramma in una vera tragedia. Asghar Farhadi, ottimo narratore del quotidiano, affida i fatti del film a una decina di personaggi, che sono a loro volta i protagonisti del dramma di Arthur Miller «Morte di un Commesso Viaggiatore», in cui scene scelte premuniscono di ciò sta per succedere da li a poco sullo schermo.
Emad, addolorato per ciò che accaduto alla giovane moglie e tormentato dal dubbio che ella abbia subito qualche violenza che tace per vergogna, si trasforma in un investigatore alla ricerca del proprietario di un furgoncino sospettato di essere l'intruso nella sua casa e drammaticamete nella sua vita, e come tutti enigmi che si rispettano, Farhadi allude alla facile ed evidente risoluzione del caso, ma solo arrivare a quella del tutto inattesa.
La scoperta della verità non sanerà mai gli i danni causati da quell'intrusione. Il terremoto che abbiamo visto all'inzio del film non ha fatto crollare il palazzo dove abitava la coppia, ma qualcosa di molto più solido della costruzione.
Ottimo lavoro di fotografia ed eccellente musica ed effetti, e intensa recitazione di tutto il gruppo degli attiri principali e di spalla, con una apparizione dolcissima di un bambino di 5-6 anni. Una presenza che suona come un'omaggio a « Novo Cinema Paradiso» di Giuseppe Tornatore. Il bambino infatti assomiglia molto, in simpatia, con i suoi occhiali da vista larghi e nelle sue spigliate battute a Totò Lo Cascio. E torna con Faehadi di nuovamente, come i due precedenti, il nostro Babak Karimi, che per anni ha curato il montaggio di molti film italani e converitosi alle recitazioni dopo il lavorio di convencimento praticato su di lui dai suoi amici Kiaostami, Makhmalbf e, per l'appunto Asghar Farhadi. (AGI)
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