C ittà del Vaticano - Dopo "Cantate Domino", album di debutto del Coro della Cappella Musicale Pontificia "Sistina" su Deutsche Grammophon, arriva una nuova incisione interamente dedicata ad uno dei più celebri e raffinati compositori di musica sacra: Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594). Il cd include 14 brani, tra cui tre prime registrazione mondiali assolute: la celebre "Missa Papæ Marcelli" - nella prima edizione a stampa del 1567 - e due Mottetti inediti: "Veritas mea et misericordia mea" e "Iubilate Deo". La registrazione è stata realizzata interamente all'interno della Cappella Sistina sotto la direzione del maestro Massimo Palombella. "Il cantare in Cappella Sistina - ha spiegato il sacerdote salesiano chiamato da Benedetto XVI a dirigere il coro della Sistina - obbliga necessariamente alla ricerca di una sonorità di più intima percezione. La grande emotività di una massa sonora che canta in voce per riempire di suono le volte di una Basilica è sostituita dalla raffinata percezione del testo, dalla resa emotiva ed espressiva della parola attraverso il suono, dalle relazioni dialettiche emergenti dal linguaggio contrappuntistico inteso come componente intellettuale mossa dagli affetti".
Secondo don Massimo Palombella, "la scrittura palestriniana offre inoltre una grande trasparenza, realizza una polifonia che assegna a ogni voce separatamente una partecipazione emotiva trasformando il tutto in una polifonia di emozioni, in un contesto percettivo dove ognuno ha modo di ritrovarsi. In questo delicato processo è stato allora necessario ricuperare il testo, interpretarlo su basi semiologiche, decidere la dinamica nel rapporto tempo-scrittura, scegliere le altezze giuste in relazione alla regola rinascimentale del trasporto, curare l'intonazione in conformità alla scala usata nel Cinquecento (e non quindi su scala temperata), misurare e calibrare le sonorità non per un mero ripristino filologico ma per una corretta collocazione liturgica di questa musica e per una plausibile ricomprensione del clima vocale rapportato alla scrittura". L'uscita del cd ha offerto al prelato piu' vicino a Benedetto XVI, monsignor Georg Gaenswein, di rendere pubblicamente omaggio alla riforma di Papa Francesco. "Un'operazione culturale", ha detto lo storico segretario di Ratzinger, oggi prefetto della Casa Pontificia, che vuole "esprimere quella Chiesa in uscita, di cui ci parla Papa Francesco, una Chiesa che non ha paura di parlare il linguaggio dell'uomo e dei suoi bisogni di cui la musica è espressione alta ed universale". Secondo l'arcivescovo Gaenswein, l'iniziativa del cd è dunque un modo per "contribuire a comunicare l'essenza della missione della Chiesa Cattolica che è evangelizzare, cioè annunciare la buona novella anche attraverso la bellezza, che è via a Dio, ed invitare alla ricerca di Dio, il querere Deum che è sottesa all'arte, alla musica sacra"."Ascoltando questo cd e leggendo il libretto che lo accompagna ci si rende conto immediatamente - ha osservato "don Georg" - delle ragioni spirituali di una musica così raffinata e sublime, ma anche del grande impegno del maestro e dei cantori della Sistina per cogliere e rendere l'originaria ispirazione". Il compositore Giovanni da Palestrina, che monsignor Gaenswein ha definito "il principe della polifonia romana", "con questa missa aveva cercato, riuscendovi, di rispondere a quanto il Concilio di Trento chiedeva alla musica liturgica, cioè l'intellegibilità del testo unita alla qualità della musica". Ed anche se "Papa Marcello II, non ascolterà mai la Messa a lui dedicata perche' morira' dopo soli 22 giorni di pontificato", resta attuale anche oggi "l'auspicio di quanto da cardinale partecipava alle sessioni del Concilio di Trento a che la musica liturgica fosse al tempo stesso veicolo di bellezza, aiuto all'elevazione dell'animo nella preghiera liturgica senza cadere nell'autoreferenzialità sarà fatto proprio da Palestrina". "Questa sfida - ha affermato - rimane attuale ancora oggi e vede la Cappella Musicale Pontificia impegnata nel collocare con pertinenza liturgica il grande patrimonio musicale della Chiesa, recependo con intelligenza gli studi scientifici sulla musica antica e sperimentando concretamente vie nuove di attualizzazione e di proposta della grande musica nel contesto della riforma liturgica del Concilio Vaticano II". (AGI)