P arigi - Piccola, fragile, inquieta, leggendaria: 100 anni fa, esattamente il 19 dicembre 1915, nasceva Edith Piaf, la voce de 'La vie en rose' e di 'Jene regrette rien'. Una Parigi ancora sotto choc per i massacri del 13 novembre ha reso omaggio al suo 'passerotto' (lo presudonimo Piaf fu scelto da un suo impresario per la corporatura minuta), che a distanza di un secolo oggi incarna più che mai lo spirito e i valori francesi, presi di mira dal terrorismo jihadista. "Ella simbolizza lo spirito parigino, l'ironia, la fraternità, il popolino di Parigi", osserva il suo biografo Robert Belleret. "Ancora prima del contenuto delle sue canzoni, è stata la sua voce a toccare ed emozionare il cuore del suo pubblico. Una voce che resiste al tempo e sfida lo spazio, ed è abbastanza commovente constatare che la piccola di Belleville sia in cima ai pensieri della gente nel momento in cui il Paese attraversa una tragedia". Per ricordare l''usignolò di Francia, la nuova Filarmonica di Parigi si esibirà oggi con la cantante pop Camelia Jordana. San Giovanni Battista di Belleville, la chiesa gotica dove Edith fu battezzata, terrà una messa speciale e un concerto in suo onore. Figlia di artisti di strada (padre acrobata, madre italo-berbera), Edith Giovanna Gassion fu partorita sul marciapiede davanti al numero 72 di rue Belleville il 19 dicembre 1915, o almeno così narra la leggenda.
Tutta la sua esistenza sarà costellata di grandi miserie ma anche successi e amori senza fine. Cresciuta in un bordello, quello tenuto dalla nonna paterna a cui era stata affidata dopo la partenza del padre per il fronte, segnata dalla perdita di una figlia a soli due anni, venne scoperta a 20 anni dall'impresario Louis Leplee. Il 'passerotto' debutto' a Le Gerny's, cabaret vicino agli Champs Elysees, nel 1935 e la sua incredibile voce - in grado di percorrere tutte le sfumature - si fece subito notare. In pochi anni divenne la voce di Francia e "La vie en rose", da lei scritta nel 1945, un inno del Paese. Adorata dal pubblico, nel suo crescendo di successi, fu anche l'ispiratrice di numerosi giovani artisti che, grazie a lei, ottennero fama internazionale (a cominciare da Yves Montand e Charles Aznavour). Tragici e sfortunati i suoi amori, a cominciare da quello per il pugile francese di origine algerina, Marcel Cerdan. Consacrato campione del mondo della categoria pesi medi il 21 settembre 1948, Cerdan fu sconfitto da Jack LaMotta a Detroit il 16 giugno 1949, ma non ebbe il tempo per la rivincita, programmata per il 2 dicembre di quell'anno: morì in un incidente aereo il 28 ottobre 1949, nel volo che doveva portarlo da Parigi a New York, dove ad attenderlo c'era proprio Edith Piaf. (AGI)
(19 dicembre 2015)