Un tavolo per tre al quale siedono Tiziano Renzi, Alfredo Romeo e Carlo Russo. Il luogo scelto per la cena segreta è una "bettola" romana dove si scrivono pizzini per suggellare accordi riservatissimi. A raccontarlo, in una intervista a Repubblica è Alfredo Mazzei, commercialista napoletano oltre che noto esponente dell'ex area migliorista Pci, poi Pd. È la sua prima intervista dopo la lunga audizione dinanzi ai pm di Napoli e Roma durante la quale ha risposto e spiegato ai magistrati il senso di molte conversazioni intercettate tra lui e Romeo.
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Spiegazioni ritenute attendibili e utili all'inchiesta Consip. Romeo avrebbe concordato, con Russo, dazioni di 30mila euro al mese per Tiziano Renzi. Una tesi che si regge sulla base di quei pizzini con la cifra "30" e l'iniziale "T". Fogli che risultano strappati da Romeo, poi addirittura sequestrati in discarica e infine ricomposti dai carabinieri.
Il rapporto Mazzei-Romeo
"Ci conosciamo da più di trent'anni, per una comune e giovanile militanza politica. Ma questa amicizia non mi ha mai impedito di tenere sempre nettamente distinti il mio impegno professionale dalle mie relazioni sociali e politiche", spiega Mazzei. Dopo l'arresto e la condanna in primo grado nel 2012, Romeo chiede "una riabilitazione, anche politica per poter lavorare meglio. Mi martellava - spiega Mazzei -, sosteneva che Renzi gli dovesse delle scuse. Così ho fatto da cuscinetto, ma ho sempre suggerito agli amici del Pd di Roma di evitare incontri". L'imprenditore accusato consegnò anche una lettera da far recapitare all'ex premier, una missiva "mai consegnata" però dal commercialista.
Carlo Russo era il ponte per arrivare a Tiziano Renzi
"Romeo - prosegue nella sua intervista - mi parla di questo Carlo Russo e mi dice che era una persona che era in grado di parlare con il padre di Renzi. Io non lo conoscevo. Russo vantava con tutti la possibilità di avvicinare il padre di Renzi. Gli amici, quindi, mi invitavano a evitarlo. Russo aveva fama di essere un superficiale. E in coscienza lo dissi a Romeo, suggerendo di starne alla larga".
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La cena clandestina in una "bettola" romana
Carlo Russo, Tiziano Renzi e Alfredo Romeo cenarono insieme? "Da quel che mi disse Alfredo, cenarono o pranzarono insieme" in una "sorta di 'bettola', una trattoria senza pretese. Non avevano interesse a farsi vedere. E da quel che ricordo, Romeo entrò nel locale in maniera assai defilata" da un "ingresso riservato, attraverso il cortile di un palazzo che aveva due uscite". Mazzei spiega l'esito dell'incontro a tre: "Romeo disse qualcosa che aveva questo senso: 'Hai capito quei due…?'". Di cosa si parlò durante quell'incontro il commercialista dice di non poterlo sapere ma "ebbi l'impressione - spiega - che quella cena riservata servisse proprio a parlare di strategie".