Stasi, "Uccise Chiara perche' scomoda e pericolosa"
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Stasi, "Uccise Chiara perche' scomoda e pericolosa"

Stasi, "Uccise Chiara perche' scomoda e pericolosa"

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(AGI) - Milano, 16 mar. - "Alberto Stasi ha brutalmente uccisola fidanzata che, evidentemente era diventata per motivorimasto sconosciuto, una presenza pericolosa e scomoda, cometale da eliminare per sempre dalla sua vita di ragazzo 'perbene' e studente 'modello', da tutti concordemente apprezzato".Lo scrivono i giudici della Corte d'Appello di Milano nellemotivazioni alla sentenza con cui hanno condannato a 16 anni dicarcere Alberto Stasi per l'omicidio di Chiara Poggi. IL 'RAPTUS' OMICIDA SI STASII giudici nella motivazione della sentenza sostengono anche chesarebbe stato scatenato da "un pregresso tra vittima eaggressore" il "raptus omicida" che porto' Alberto Stasi amassacrare la fidanzata Chiara Poggi. "Le modalita'dell'aggressione inducono a individuare l'esistenza di un'pregresso' tra vittima e aggressore - si legge nel documento -tale da scatenare un comportamento violento da parte diquest'ultimo, evidentemente sorretto da una motivazione forte,che ha provocato in quel momento il raptus omicida, portatofino alle estreme conseguenze". Proseguono i giudici: "una motivazione per cui l'assassinosi e' portato di prima mattina a casa di Chiara, forse perottenere o fornire spiegazioni verbali, che al contrario hannofatto si' che lo stesso si vedesse 'costretto' ad aggredire lavittima e ad 'eliminarla' lanciandola giu' dalle scale. Si puo'quindi sostenere che anche se il movente dell'omicidio e'rimasto sconosciuto, ancora una volta e' la scena del crimine aindividuarlo in quel rapporto di 'intimita' scatenante unaemotivita'' che non puo' che appartenere a un soggettoparticolarmente legato alla vittima". In via ipotetica, igiudici si soffermano sulla possibilita' che a fomentare lafuria di Stasi possa essere stata la "passione" per lapornografia coltivata dal giovane. "Sicuramente Alberto Stasideteneva consapevolmente nel suo computer migliaia di immaginidi contenuto pornografico, tutte da lui catalogate eclassificate in cartelle diversamente denominate (...). Daalcune di tali cartelle emerge l'interesse dell'imputato peralcuni temi che inducono a riflettere. Ci si riferisce, inparticolare, alle immagini di donne incinte riprese duranteatti sessuali, di donne mature in pose pornografiche, di scarpedi donne, di orge o di rapporti indotti con la forza, anche dinatura omosessuale, anche raccapriccianti, di foto erotiche diragazzine". Rispetto all'obiezione della difesa che Chiarafosse a conoscenza della passione per la pornografia di Stasi,i giudici ribattono che "pur trattandosi in ogni caso diipotesi, e' evidente che un conto sono erotismo o pornografiacondivisi, e percio' consapevolmente accettati e fatti proprida due soggetti adulti, altro e' venire a conoscenza diinteressi del partner segreti, o di natura tale da non poteressere facilmente digeriti, ma al contrario molesti o dolorosi,o comunque idonei a porlo in una diversa luce, anche moltonegativa". STASI SI LAVO' LE MANI INSANGUINATE (AGI) - Milano, 16 mar. - Quello che nei precedenti processiera stato valutato come un indizio labile, le impronte digitalidi Stasi sul dispenser del bagno di casa Poggi, vienevalorizzato (su indicazione della Cassazione) dai giudicidell'appello bis sul delitto di Garlsco nelle motivazioni dellasentenza di condanna a 16 anni. L'elemento emerso dalla nuovaistruttoria sono gli ingrandimenti delle foto effettuate daicarabinieri e mostrate in aula dal pg Laura Barbaini in cui sivedono "quattro polpastrelli insanguinati dell'assassino,visibili sulla maglia rosa del pigiama indossato da Chiara". Non e' stato possibile, ricordano i giudici, attribuire questeimpronte a qualcuno a causa delle maldestre manovre deisoccorritori che cosparsero il sangue su tutto il pigiama diChiara. Ma le foto dimostrerebbero, in questa lettura, che ilkiller si sarebbe sporcato le mani e avrebbe avuto lanecessita' di lavarsele in bagno, "necessita' che neiprecedenti gradi di giudizio non era stata data per certa".Questo elemento, insieme al fatto che "nessuna impronta e'stata trovata sul dispenser del sapone diversa da quelle diChiara e dei familiari, "attribuisce una indubbia e piu' fortevalenza probatoria alle uniche due impronte rilevate, cheappartengono all'imputato". Per i giudici, non c'e' dubbio chesarebbe stato Stasi a maneggiare il flacone allo scopo dipulirlo dopo l'omicidio, dimenticandosi' tuttavia due impronte. Quanto alla possibilita' che siano state trascurate 'piste'alternative a quella che porta a Stasi, i giudici sono drasticinel negarlo: "gli accertamenti svolti tra parenti, conoscentiamici e colleghi di lavoro di Chiara non hanno evidenziatonessuna anomala frequentazione della giovane ne' in quelperiodo, ne' prima, cosi' come quelli sui tabulati telefonici".Chiara, scrivono, era una ragazza "riservata e prudente che nonaveva ampie frequentazioni". (AGI)
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