Sisma l'Aquila, assolti i tecnici Sentenza ribaltata in Appello
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Sisma l'Aquila, assolti i tecnici Sentenza ribaltata in Appello

Sisma l'Aquila, assolti i tecnici Sentenza ribaltata in Appello

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(AGI) - L'Aquila, 10 nov. - La Corte d'Appello dell'Aquila haassolto dalle accuse di omicidio colposo plurimo e lesionipersonali colpose sei dei 7 componenti dell' ex CommissioneGrandi Rischi. In parziale riforma della sentenza di primogrado l'unica condanna a due anni di reclusione e' statainflitta a Bernardo De Bernardinis, gia' vice capo del settoretecnico del dipartimento di Protezione civile. In particolareDe Bernardinis e' stato condannato per uno dei reati contestatie assolto dai reati principali. La Corte d'Appello e' arrivataal verdetto odierno dopo sei udienze. In primo grado, il 22ottobre 2012, gli imputati furono tutti condannati a sei annidi reclusione. I sette componenti la Commissione Grandi Rischi,scienziati ed ex vertici della Protezione civile, parteciparonoa una riunione il 31 marzo 2009, cinque giorni prima delterremoto che devasto' L'Aquila e il circondario. I feritifurono piu' di 1.600 e gli sfollati circa centomila traresidenti nel capoluogo e nel cosiddetto cratere sismico checomprende 56 Comuni. In sostanza, erano accusati di avere, altermine di quella riunione, falsamente rassicurato gli aquilanisottovalutando il rischio sismico e innescando nellapopolazione il cambio delle normali abitudini, come uscire dicasa dopo forti scosse. Il collegio giudicante era composto dalpresidente Fabrizia Ida Francabandera e dai consiglieri CarlaDe Matteis e Marco Flamini. Il dispositivo della sentenza e'stato letto alle 17.15. Assolti da ogni accusa, dunque, FrancoBarberi, all'epoca presidente vicario della Cgr; Enzo Boschi,gia' presidente dell'Istituto nazionale di Geologia eVulcanologia (Ingv); Giuliano Selvaggi, allora direttore delCentro nazionale terremoti dell'Ingv; Gian Michele Calvi,direttore della fondazione Eucentre, centro europeo diformazione e ricerca in ingegneria sismica e responsabile delProgetto Case; Claudio Eva, ordinario di fisica terrestreall'Universita' di Genova e Mauro Dolce, direttore dell'ufficiorischio sismico del dipartimento della Protezione civile. Per l'avvocatura Stato non fu una riunioneNel corso del processo le difese degli imputati, pur se condifferenziazioni, hanno cercato di smontare, riuscendoci, ilcastello accusatorio insistendo sul fatto che quella che sisvolse a L'Aquila non fu una riunione ufficiale dellaCommissione Grandi Rischi. In particolare l'avvocatura cherappresenta lo Stato, con i legali Sica e Giannunzi, avevasottolineato che quella tenuta a L'Aquila non era unaCommissione Grandi Rischi e che gli intervenuti parlarono atitolo personale: "Le informazioni riferite sono staterappresentate in maniera distorta, facendo riferimento siaall'ex assessore regionale alla Protezione civile Daniela Statiche alla stampa. Sulla stessa lunghezza d'onda, tra gli altri,anche l'avvocato Alessandra Stefano, legale di Claudio Evasecondo il quale si tratto' di "una riunione di singoli". "Lasentenza di primo grado - aveva sostenuto nella sua arringa -non ha dimostrato che le affermazioni rassicuranti ci fosserostate, ma le ha date per scontate fin dall'inizio". Perl'avvocato Stefano quella riunita a L'Aquila non era unaCommissione istituzionalizzata, a parlare furono i singoliesperti e non il 'soggetto unitario' Commissione Grandi Rischi.A far da contraltare a questa tesi era stato soprattuttol'avvocato Attilio Cecchini, 'principe' del Foro aquilano ilquale aveva sostenuto che "la linea giuridica della difesasecondo la quale i sette esperti non si riconoscono nellaCommissione Grandi rischi e' un errore giuridico perche' inbase a quanto scritto su alcune sentenze della cassazione,anche qualora ci fosse stata una irregolarita' nell'investituraessi comunque indossarono la veste di pubblici ufficiali edunque gli atti prodotti restano validi". Per Cecchini, indefinitiva, gli scienziati della commissione assunsero eincarnarono comunque il ruolo di pubblici ufficiali. Per quantoriguarda De Bernardinis la Corte d'Appello lo ha condannato peromicidio colposo relativo, pero', solo alle morti di alcunepersone rideterminando la pena a due anni. All'ex vice di GuidoBertolaso, ex numero uno della Protezione civile, sono statetolte le pene accessorie con pena sospesa e non menzione. Gliimputati dovevano rispondere del reato di omicidio colposoriferito a 29 vittime del sisma i cui familiari si eranocostituiti parti civili e di lesioni colpose nei confronti diquattro persone rimaste ferite. Dal pubblico una salva di "vergogna"Con una salva di "Vergogna, vergogna!" il pubblico in aula haaccolto la lettura della sentenza. "Immaginavo un forteridimensionamento dei ruoli e delle pene, ma non un'assoluzionecosi' completa, scaricando tutto su De Bernardinis, cioe' sullaProtezione civile" ha detto il pg, Romolo Como, "sono alquantosconcertato". (AGI) .
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