Sinodo: comunione a divorziati dopo pentimento. No a nozze gay
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Sinodo: comunione a divorziati dopo pentimento. No a nozze gay

Sinodo: comunione a divorziati dopo pentimento. No a nozze gay

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(AGI) - CdV, 23 giu. - Sul tema controverso della riammissionealla comunione per i divorziati risposati civilmente, e' emerso"un comune accordo sulla ipotesi di un itinerario diriconciliazione o via penitenziale". Lo afferma il documentopreparatorio del prossimo Sinodo, redatto sulla base dellerisposte dei fedeli di tutto ad un nuovo questionario voluto daPapa Francesco dopo l'Assemblea Straordinaria dello scorsoottobre che aveva lasciato aperto questo tema. Questa formulazione prevede pero' due ipotesi, subordinatee contrapposte, che debbono essere valutate e votate dalSinodo. La prima e' che il cammino penitenziale accanto alla"presa di coscienza del fallimento e delle ferite da essoprodotte", e dunque al pentimento", sia accompagnato dallaverifica dell'eventuale nullita' del matrimonio", cherisolverebbe il problema nei singoli casi, qualora vi fosserole condizioni per l'annullamento. Se queste condizioni non visono il cammino penitenziale dovrebbe semplicemnete portare "all'impegno alla comunione spirituale e - come gia' previstodalle non molto applicate norme canoniche vigenti - alladecisione di vivere (il secondo matrimonio) in continenza". Laseconda e piu' realistica ipotesi riguarda invece lapossibilita' che il cammino penitenziale "sotto laresponsabilita' del vescovo diocesano" porti all'accesso aisacramenti con l'aiuto di "un presbitero a cio' deputato".Sarebbe necessario dunque raggiungere "un giudizio onesto sullapropria condizione, in cui anche lo stesso presbitero possamaturare una sua valutazione per poter far uso della potesta'di legare e di sciogliere in modo adeguato alla situazione". Inconcreto l'ipotesi e' quella di "un'accoglienza nongeneralizzata alla mensa eucaristica, in alcune situazioniparticolari, ed a condizioni ben precise, soprattutto quando sitratta di casi irreversibili e legati ad obblighi morali versoi figli che verrebbero a subire sofferenze ingiuste". Ildocumento preparatorio del Sinodo ammette che "va ancoraapprofondita la questione, tenendo ben presente la distinzionetra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti,dato che l'imputabilita' e la responsabilita' di un'azionepossono essere sminuite o annullate da diversi fattori psichici oppure sociali". "Alcuni padri - spiega il documento - hanno sostenuto chele persone divorziate e risposate o conviventi possonoricorrere fruttuosamente alla comunione spirituale. Altri padrisi sono domandati perche' allora non possano accedere a quellasacramentale. Viene quindi sollecitato un approfondimento dellatematica in grado di far emergere la peculiarita' delle dueforme e la loro connessione con la teologia del matrimonio". Nei questionari e' ribadito che "il cammino ecclesiale diincorporazione a Cristo, iniziato col Battesimo, anche per ifedeli divorziati e risposati civilmente si attua per gradiattraverso la conversione continua", attraverso "l'ascoltodella Parola di Dio, la partecipazione alla celebrazioneeucaristica, la perseveranza nella preghiera, le opere dicarita', le iniziative comunitarie in favore della giustizia,l?educazione dei figli nella fede, lo spirito di penitenza, iltutto sostenuto dalla preghiera e dalla testimonianzaaccogliente della Chiesa". "Frutto di tale partecipazione - silegge nel documento preparatorio del Sinodo - e' la comunionedel credente con la comunita' tutta, espressione della realeinserzione nel Corpo ecclesiale di Cristo". Il documento presentato oggi chiarisce bene che "lacomunione spirituale", che era stata indicata da Benedetto XVIcome via di soluzione del problema, a sua volta "presuppone laconversione e lo stato di grazia ed e' connessa con lacomunione sacramentale" e dunque non puo' rappresentareun'alternativa per rispondere al desiderio di comunione deidivorziati risposati. Ma l''Instrumentum laboris' da' attoanche che "diversi Padri sinodali hanno insistito a favoredella disciplina attuale, in forza del rapporto costitutivo frala partecipazione all'Eucaristia e la comunione con la Chiesaed il suo insegnamento sul matrimonio indissolubile". Il documento prende in considerazione infine anche "lapeculiarita' della tradizione ortodossa" riguardo alle secondee terze nozze, "intesa come condiscendenza pastorale neiconfronti dei matrimoni falliti, senza mettere in discussionel'ideale della monogamia assoluta, ovvero dell'unicita' delmatrimonio". "Questa benedizione - spiega il testo - e' di perse' una celebrazione penitenziale per invocare la grazia delloSpirito Santo, affinche' sani la debolezza umana e riconduca ipenitenti alla comunione con la Chiesa". Tuttavia, avverte, "ilriferimento che alcuni fanno alla prassi matrimoniale delleChiese ortodosse deve tener conto della diversita' diconcezione teologica delle nozze". Infatti, conclude,"nell'Ortodossia c'e' la tendenza a ricondurre la prassi dibenedire le seconde unioni alla nozione (teologica) dieconomia". SINODO: RISPETTO E ACCOGLIENZA PER OMOSESSUALI, NO A NOZZE GAY- "Ogni persona, indipendentemente dalla propria tendenzasessuale, va rispettata nella sua dignita' e accolta consensibilita' e delicatezza, sia nella Chiesa che nellasocieta'". Lo afferma il documento di base del prossimo Sinododei vescovi, redatto sulla base di quanto emerso nell'assembleastraordinaria dello scorso ottobre e integrato con le rispostedei fedeli di tutto il mondo al nuovo questionario voluto daPapa Francesco. "Sarebbe auspicabile - afferma il documento -che i progetti pastorali diocesani riservassero una specificaattenzione all'accompagnamento delle famiglie in cui vivonopersone con tendenza omosessuale e di queste stesse persone". Il testo recepisce inoltre quanto approvato a maggioranzasemplice (e dunque formalmente non approvato) alla scorsaassemblea straordinaria, sul tema delle famiglie che vivonol'esperienza di avere al loro interno persone con orientamentoomosessuale. "Al riguardo - si legge - ci si e' interrogati suquale attenzione pastorale sia opportuna di fronte a questasituazione riferendosi a quanto insegna la Chiesa: 'Non esistefondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppureremote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sulmatrimonio e la famiglia'. Nondimeno, gli uomini e le donne contendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto edelicatezza. 'A loro riguardo si evitera' ogni marchio diingiusta discriminazione'". Inoltre viene ribadito che "e' deltutto inaccettabile che i Pastori della Chiesa subiscano dellepressioni in questa materia e che gli organismi internazionalicondizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveriall'introduzione di leggi che istituiscano il 'matrimonio' frapersone dello stesso sesso". (AGI).
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