Sgominata cellula jihadista, agiva tra Italia e Germania

Arrestati due presunti terroristi, uno dei due era in contatto con Anis Amri

Sgominata cellula jihadista, agiva tra Italia e Germania
Sei milioni e 900 mila chiamate al numero unico di emergenza, più di un milione di interventi, 3,8 milioni di persone e 6,5 milioni di veicoli controllati, 15.583 persone arrestate e 72.755 denunciate, 32.383 perquisizioni e 29.061 sequestri. I dati dell'attività delle volanti, riferiti al 2016, sono forse quelli che rendono meglio la capillarità dell'azione svolta quotidianamente dalla Polizia di Stato. Un'attivita' 'premiata' da risultati importanti anche nella lotta ai grandi fenomeni criminali, dal terrorismo alle mafie: il report completo è allegato al numero di aprile di "Poliziamoderna".

Italia e Germania insieme per un’operazione antiterrorismo che si è conclusa con l’arresto di due persone appartenenti ad una cellula salafita

Chi sono i due presunti terroristi

A Brindisi è finito in manette Nkanga Lutumba, un cittadino congolese di 27 anni residente in Germania che si trovava nel Centro Permanenza per Rifugiati di Restinco, nel Brindisino. Lutumba è stato arrestato all'inizio di gennaio e si trova attualmente detenuto in un carcere italiano. 

L’altro, il 22enne marocchino Amri Soufiane è stato prima espulso dal territorio italiano e poi arrestato in Germania. L'espulsione è avvenuta a fine dicembre quando ad Ancona i due sono stati fermti dalla Polizia, per questo torno in Germania. Mentre Lutumba, essendo privo del permesso di soggiorno perché scaduto, è stato trasferito nel Centro di identificazione ed espulsione alle porte di Brindisi. Dalle indagini è emerso anche che Soufiane è stato in contatto con Anis Amri, il tunisino autore dell’attentato al mercatino di Natale di Berlino il 19 dicembre 2016.

I poliziotti hanno accertato la totale adesione dei due arrestati all’ideologia dello Stato Islamico. Le indagini hanno fatto venire alla luce il loro percorso di radicalizzazione religiosa e la disponibilità al compimento di atti violenti, anche con il sacrificio personale, in diversi scenari operativi. 

Le prime ricostruzioni

I due sono partiti da Berlino, via Monaco, ed entrati in Italia il 2 dicembre 2016, giungendo a Roma il giorno successivo, dove hanno soggiornato presso un B&B in zona centrale. Successivamente, con mezzi diversi e utilizzando false generalità, si sono spostati ad Ancona il 4 dicembre con l'intenzione di imbarcarsi per Patrasso in Grecia e poi, verosimilmente, dirigersi verso Instanbul, ove si sarebbero dovuti ricongiungere ad un altro gruppo di militanti. 

La permanenza in Italia

Duranteil loro passaggio in Italia, Nkanga Lutumba e Amri Soufiane hanno evitato di lasciare tracce facendo estrema attenzione nell'utilizzo dei telefonini e scegliendo di dormire ogni giorno posti diversi e utilizzando nomi diversi. Uno sciopero dei collegamenti marittimi greci li ha però costretti a fermarsi ad Ancona dove sono stati sottoposti a controlli di Polizia. Nell'occasione è anche emersa una segnalazione delle autorità tedesche che descriveva Amri Soufiane come potenzialmente pericoloso e al quale doveva essere ritirato il passaporto. Sono quindi proseguite le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed Antiterrorismo di Lecce, che ha portato a risalire a 11 componenti della "cellula salafita" di cui facevano parte i due stranieri intercettati in Italia. 

La cellula salafita tra Roma e Berlino 

L’operazione, denominata “Transito silente”, ha permesso tra l’altro di individuare e neutralizzare la cellula salafita composta da 11 membri che operava tra Roma e Berlino. In particolare si trattava di un gruppo estremamente variegato formato da militanti tutti residenti in Germania, di età compresa fra i venti ed i trenta anni, con identici percorsi di radicalizzazione. Il 19 gennaio scorso tutti i membri del gruppo sono stati deferiti alla DDA di Lecce per il reato di "associazione con finalità di terrorismo internazionale".