Fabrizio Corona ancora nei guai, sequestrata casa da 2,5 milioni

I giudici hanno accolto la richiesta dei pm Boccassini e Storari, l'appartamento in pieno centro a Milano acquistato con "soldi illeciti" e intestato a un prestanome. Don Mazzi: "Mi ha fregato, non mi cerchi più"

Fabrizio Corona ancora nei guai, sequestrata casa da 2,5 milioni
Fabrizio Corona

di Paolo Giorgi

Milano - Nuovi guai per Fabrizio Corona. Domenica mattina la Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato una casa di proprieà dell'ex re dei paparazzi, dal valore di circa 2 milioni e mezzo di euro. Il provvedimento è stato disposto dal Tribunale di Milano, sezione Misure di prevenzione, e riguarda un appartamento che si trova in via de Cristoforis, in zona Corso Como-Porta Garibaldi, ossia in pieno centro. L'appartamento sequestrato era stato comprato da Corona, che è  in carcere dal 10 ottobre con l'accusa di intestazione fittizia di beni  mentre era in affidamento in prova ai servizi sociali, tramite un prestanome. "Le attività d'indagine - scrivono i finanzieri - hanno consentito di appurare come l'immobile oggetto del sequestro, nella piena disponibilità di Corona, fosse stato acquisito, previa intestazione formale a un prestanome, con risorse finanziarie prevalentemente provento delle azioni distrattive commesse in danno della società fallita". Il lussuoso appartamento era stato acquistato nel marzo del 2008 "con una liquidità da ritenere di origine illecita - sostengono i giudici nel decreto di sequestro - costituita dal proventi di illeciti tributari e fatti di bancarotta" relativi al crac della società Fenice srl. In quegli anni, come dimostrano diverse sentenze tra cui quella di condanna a 3 anni e dieci mesi per il fallimento della Corona's, "Fabrizio Corona era persona che viveva, almeno in parte, di un flusso costante di somme provenienti dagli illeciti tributari e dalle condotte di bancarotta ai danni della Corona's".

Corona si difende "Soldi nascosti per motivi di sicurezza"

Sebbene l'abitazione fosse intestata al suo collaboratore Marco Bonato, i giudici non hanno dubbi sulla riconducibilità dell'immobile a Corona. In un interrogatorio del 2009 Corona ammette che era intestato solo "fittiziamente" a Bonato e che venne acquistato con denaro della Fenice". "Dal momento dell'acquisto - sottolineano i giudici - Coronaè sempre stato residente al civico 13 di via De Cristoforis e ha mantenuto con continuità la disponibilità dell'immobile che il proprietario formale non ha invece mai abitato". L'intestazione fittizia era stata rivelata agli inquirenti anche dalla sua ex moglie Nina Moric. E nell'affare di compravendita risulta coinvolto anche il pregiudicato calabrese Vincenzo Gallo, che sarebbe stato beneficiario di parte dei pagamenti. Corona aveva raccontato agli inquirenti di avere ricevuto parte del denaro per pagare l'appartamento, "300mila euro in contanti" da "amici" di cui pero' "non ha saputo declinare le generalita'". I soldi utilizzati per la compravendita provengono dai conti della Fenice, annotano i giudici, "a partire dagli 1,1 milioni di euro suddivisi in 22 assegni circolari di 50mila euro ciascuno emessi il 26 febbraio 2008" che "risultano ritirati in banca dall'avvocato Tommaso Delfino su delega di Corona". E "sono stati versati su un conto cointestato a due coniugi calabresi nei giorni successivi in favore del pregiudicato calabrese Vincenzo Gallo, che appare cosi' il beneficiario finale del pagamento". 

DON MAZZI, MI HA FREGATO NON TORNI DA ME
"A dir la verità, più che pentito, mi sono arrabbiato, mi pare di essere stato imbrogliato. Forse peccando di superbia ero convinto che non avesse voglia di fregarmi e invece, forse, c'è stato un periodo in cui si è convinto di non fregarmi, ma dopo è venuto fuori ancora il Corona". Così don Antonio Mazzi, intervistato a Rtl, ha parlato dell'ex fotografo che aveva ospitato nella sua comunità 'Exodus'. "Adesso - ha aggiunto - gli ho mandato più messaggi dicendo: 'Corona caro, prima di tutto non venire da me perché sono troppo buono e mi hai fregato'. Ma io sono arrabbiato che sia in galera, la galera a Corona e a persone così non serve, bisogna che trovi un altro luogo e, soprattutto, un po' più di pazienza, è stato troppo poco con me. Un'opportunità però gli è stata data. Intanto ho detto che si cerchi un altro che Don Mazzi ha da fare, io sono apertissimo a dieci casi anche peggiori di lui, perché Corona è in effetti un caso mass-mediatico, ma non avete idea di che casi ho seguito e che sto seguendo e cosa ho nelle mie comunità perché forse sono diventato l'unico prete che ancora prende questi casi". (AGI)