Ruby: difesa, concussione Berlusconi e' "mostro giuridico"
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Ruby: difesa, concussione Berlusconi e' "mostro giuridico"

Ruby: difesa, concussione Berlusconi e' "mostro giuridico"

Ruby: difesa, concussione Berlusconi e' "mostro giuridico"
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(AGI) - Milano, 15 lug. - Un "mostro giuridico": cosi' uno deidifensori di Silvio Berlusconi, l'avvocato Filippo Dinacci,definisce la concussione contestata all'ex premier nell'arringadel processo d'appello sul 'caso' Ruby. Secondo Dinacci, latelefonata che Berlusconi fece in Questura a Milano nella nottetra il 27 e il 28 maggio 2010 per chiedere di affidare lagiovane marocchina all'allora consigliera regionale NicoleMinetti non integra nessun reato. "Se davvero Berlusconi avesseposto in essere una costrizione come stabilisce la sentenza diprimo grado - argomenta - qualcuno mi deve spiegare perche'quando la ragazza venne fermata pochi giorni dopo, il 5 giugno,nessuno chiamo' e si ricordo' di Ruby". Inoltre, secondoDinacci sarebbe un "mostro giuridico" pensare che solo perche'"un soggetto riveste un rilievo politico e fa una telefonatasignifica costringere qualcuno...qui dove sta la costrizione?Ci vuole un minimo di condotta che faccia scattare un timore inchi viene chiamato, altrimenti non si puo' parlare diconcussione". In questo modo, insiste il professor Dinacci,"non sono responsabile di quello che faccio ma di quello chesono. Se un magistrato mi chiama e mi dice che suo nipote devefare l'esame con me fa una concussione? Se chiama in Questuraper dire che deve fare un passaporto perche' deve partire alpiu' presto fa una concussione?". Dinacci ha sostenuto che larichiesta di confermare la condanna a 7 anni formulata nellascorsa udienza dal pg Piero De Petris e' basata non su prove ma"su un convincimento su presunte prove", su delle"opinioni". All'inizio del suo intervento, il legale haaffrontato le "questioni processuali" indicate nei motivid'appello, spiegando che le intercettazioni usate come provenel procedimento per concussione e prostituzione minoriledevono essere dichiarate "inutilizzabili", perche', da codice,non si potevano disporre per il reato di induzione allaprostituzione, come invece e' stato fatto dagli inquirenti.Poo l'avvocato Dinacci usa parole molto dure per definire lagiovane marocchina Ruby dalle cui rivelazioni e' partital'indagine che ha portato alla condanna in primo grado a setteanni di Silvio Berlusconi. "Una persona disonesta con leistituzioni e con gli altri, non credibile e che, come spiegatoanche da psicologi e operatori sentiti in aula, soffre dellatendenza a fantasticherie autistiche". Dinacci vuole ripercorreuna per una tutte le "bugie" di Ruby, dalla notte colcalciatore Cristiano Ronaldo ai "24 regali mai trovati ricevutida Berlusconi", alla conoscenza con Noemi Letizia.Secondo il legale, il 'limite' della sentenza di primo grado e'quello di volere, attraverso un "sillogismo probatorio" che"Ruby era una prostituta, ando' ad Arcore e quindi ebberapporti sessuali con Berlusconi". Dinacci ha concluso la suaarringa, lasciando poi la parola al professor Franco Coppi, conla richiesta di assoluzione."Silvio Berlusconi non ordino' al capo di Gabinetto PietroOstuni di affidare Ruby alla consigliera Minetti. Questa e'un'invenzione della sentenza di primo grado". Tocca alprofessor Franco Coppi cercare di ribaltare in appello lasentenza di condanna inflitta dal Tribunale di Milano all'exPresidente del Consiglio per la vicenda partita dallerilevazioni della giovane marocchina. E l'esperto legale, conla premessa che Berlusconi andrebbe assolto "per l'insussitenzadei fatti", dedica la prima parte della sua arringa altentativo di dimostrare che non fu "concussione percostrizione", come stabilito in primo grado, quella del suoassistito nei confronti dei funzionari della Questura cheaffidarono Ruby, portata in via Fatebenefratelli per un furto,a Minetti. Coppi spiega cosa intenda per "costrizione" laCassazione dopo la recente riforma che ha introdotta questafattispecie distinguendola dalla concussione "per induzione".Secondo le Sezioni Unite della Suprema Corte, per parlare di"costrizione" occorre che "il concusso sia privo dialternative, venga messo spalle al muro, che non ci sia statoalcun momento negoziale". In sostanza, Ostuni avrebbe dovutoavere agito "solo per evitare un danno in base a un ordineperentorio". Questo, secondo Coppi, non sarebbe avvenutoperche' tutt'al piu' si puo' parlare di un "timorereverenziale" che spinse il funzionario ad affidare Ruby aMinetti. "Non confondiamo - dice Coppi - il timorereverenziale, che non e' protetto dal diritto penale e daquello civile, con la minaccia, anche se implicita". "Nonesiste nessuna prova che Berlusconi diede un ordine a Ostuni.Nessuno parla di ordine, ne' Ostuni, ne' Iafrate, non trapelanoordini perentori, ne' minacce inesorabili . Dovremmo pensare -ironizza il professore - che, in pochi secondi, Berlusconi, purnon sapendo con chi sta parlando, gli intima un ordine e Ostunidall'altra parte vede precipitare la sua carriera, un tempo sisarebbe detto con la prospettiva di essere mandato inSardegna". "La sentenza - e' la sintesi del legale - parla diun ordine di cui non riesce a dimostrare l'esistenza, neppuresotto forma di minaccia implicita. La minaccia esisterebbe solonel fatto stesso che la richiesta proviene dal Presidente delConsiglio. Possiamo ritenere che qualsiasi richiestaproveniente dal Presidente del Conisiglio sia una concussione?E a chi non farebbe piacere" - si chiede Coppi, richiamandosialla possibilita' che Ostuni abbia agito per "timorereverenziale" - fare un piacere al Presidente del Consiglio,magari ricevendone qualche vantaggio?" .
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