Regeni: Pm Roma, torturato a morte da professionisti
Per la Procura è stato ucciso per le ricerche che stava conducendo. A giorni i risultati dell'autopsia italiana

Roma - Professionisti della tortura hanno posto fine alla vita di Giulio Regeni, il 28enne di origine friuliana che ha pagato con la vita, il 25 gennaio scorso al Cairo, la sua attivita' di ricercatore. E' il dato certo in possesso del pm della Procura di Roma, Sergio Colaiocco, al quale nei prossimi giorni verranno consegnate le conclusioni autoptiche del medico legale Vittorio Fineschi. Alcuni elementi pero' sono gia' acquisiti: Regeni non faceva uso di droghe. Nel suo corpo non sono state riscontrate, infatti, tracce di sostanze psicotrope, venefiche o riconducibili a stupefacenti. E gli accertamenti tecnici disposti sul suo pc dicono che Regeni faceva una vita sostanzialmente riservata, trascorrendo ore in chat con la sua ragazza ungherese e comunicando via mail con la famiglia. Aveva soltanto voglia di finire al piu' presto la sua attivita' di ricercatore e aveva gia' pianificato il rientro a casa, in Italia. Dunque non ci sono elementi per poter dire che fosse uno 007 o che lavorasse in Egitto al servizio di qualche intelligence. Le numerose fratture e le ferite, evidenziate sul corpo in sede di autopsia, spiegano che il ragazzo e' stato sottoposto a lunghe sevizie da parte di chi voleva informazioni che lui non era in grado di dare perche' non ne aveva. Insomma, Giulio e' morto per un motivo collegato alla sua attivita' di ricercatore, attendo alle tematiche socio-finanziarie dell'Egitto. In altre parole non possono godere di alcun credito le tesi che vogliono Regeni morto per cause accidentali (tipo una rapina), per un incidente stradale, per motivi passionali o legali allo spaccio di droga. Nulla di tutto cio' e' emerso agli atti dell'inchiesta della Procura di Roma che sta procedendo per omicidio contro ignoti. Chi indaga e' la lavoro per ricostruire gli ultimi movimenti di Giulio Regeni, prima della sua scomparsa attraverso i social network, i possibili accessi dal telefonino. Per questo motivo, sono state richieste da tempo informazioni ai maggiori operatori del web. Risposte ufficiali sono attese per le prossime settimane. (AGI)
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