Roma - Gli inquirenti egiziani hanno fornito una documentazione "approfondita e ben fatta" che rappresenta un "salto di qualità e di chiarezza" rispetto a quanto avvenuto nei mesi scorsi. E' la valutazione degli ambienti giudiziari di piazzale Clodio dopo i due giorni di colloqui tra i Pm italiani e i colleghi del Cairo che indagano sulla morte di Giulio Regeni. In merito ai dati relativi alle celle telefoniche, che rappresentava un vero e proprio 'snodo', nei rapporti tra inquirenti, viene sottolineato come il materiale che il procuratore generale Nabeel Sadek ha consegnato sia "un lavoro ampio e utile" allo sviluppo delle indagini. In base a questi dati, infatti, e' stato possibile individuare nuovi soggetti che erano presenti nella zona in cui Giulio si trovava al momento della scomparsa, il 25 gennaio, e il giorno del ritrovamento del cadavere, il 3 febbraio. Altro elemento ritenuto dagli inquirenti prezioso e' quello relativo all'attivita' di indagine a cui Regeni e' stato sottoposto, dal 7 gennaio scorso e per almeno altri tre giorni, dalla "polizia investigativa" del Cairo. Un'iniziativa legata alla denuncia da parte del capo del sindacati indipendenti, Mohamed Abdallah, che aveva segnalato alle forze dell'ordine "l'attivita' di Giulio e le tante domande che faceva". (AGI)