(AGI) - Palermo, 1 lug. - Scoperta dalla poliziaun'organizzazione di trafficanti di esseri umani responsabile,tra l'altro, del viaggio finito il 3 ottobre dell'anno scorsocon il tragico naufragio davanti a Lampedusa dove morirono 366profughi, in maggioranza eritrei. Personale del Serviziocentrale operativo e delle Squadre Mobili di Palermo edAgrigento ha eseguito con l'operazione chiamata "Glauco" dagliinvestigatori 9 decreti di fermo emessi dalla Dda di Palermo.
Gli indagati sono stati rintracciati nelle province diAgrigento, Catania, Milano, Roma e Torino, dove sono stateanche notificane 5 informazioni di garanzia.
Basi in Sudan e Libia con 'cellule' in Italia
Associazione perdelinquere, e favoreggiamento dell'immigrazione e dellapermanenza clandestina, aggravati dal carattere transnazionaledel gruppo criminale sono i reati contestati a vario titolo. Le indagini, avviate dopo la strage di Lampedusa del 3 ottobre2013, hanno consentito di ricostruire le rotte e le tappeintermedie, caratterizzate spesso da stupri di massa esegregazioni, di quello e di numerosi altri terribili viaggicompiuti da centinaia di immigrati, spinti e sfruttati durantele loro peregrinazioni, dai componenti di un pericoloso networkinternazionale, composto da eritrei, etiopi e sudanesi, i cuiprincipali esponenti sono anch'essi destinatari delprovvedimento restrittivo.
Il cinico fatalismo dei trafficanti, "l'ha voluto Allah"
Anche attraverso mirate attivita'tecniche, gli investigatori hanno verificato come l'attivita'di reclutamento e trasporto in Italia di masse di personepotesse contare di una sponda in varie citta' italiane,dov'erano attive "cellule" di eritrei, capaci di favorire lapermanenza nel nostro paese degli extracomunitari e in vistadel proseguimento del loro viaggio verso altri stati del NordEuropa ma anche del Nord America. Il provvedimento di fermo e' stato disposto dal procuratoreaggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Palermo,Maurizio Scalia, e dai sostituti Geri Ferrara e ClaudioCamilleri.
Individuati anche i due capi dell'organizzazione, unsudanese ed un libico, accusati di avere gestiscono il giro diaffari legato all'immigrazione illegale, organizzando i viaggi:il primo dal Sudan alla Libia e il secondo - in strettocontatto telefonico col primo dalle coste nordafricane versoquelle italiane, con la traversata del Canale di Sicilia. Duedei nove indagati sono sfuggiti al fermo, perche' si trovanonei loro Paesi d'origine. (AGI)Pa8/Rap.