Pompei, sequestrati all'ex commissario beni per 6 milioni di euro
ADV
ADV
Pompei, sequestrati all'ex commissario beni per 6 milioni di euro

Pompei, sequestrati all'ex commissario beni per 6 milioni di euro

di lettura
(AGI) - Napoli, 4 mar. - Un sequestro beni da oltre 5,7 milionidi euro e' stato disposto dalla Corte dei conti della Campanianei confronti di Marcello Fiori, ex commissario straordinarioper l'area archeologica di Pompei, indagato con altri 9funzionari del Mibact e della Regione Campania. Otre alprovvedimento di sequestro conservativo di beni, fino aconcorrenza della somma di 5.778.939,05 euro, gli e' stato notificato, cosi' come ai nove dirigenti, un invito a fornirededuzioni. L'indagine erariale e' coordinata dal sostitutoprocuratore generale della Corte dei Conti Donato Luciano, checontesta un danno patrimoniale a Fiori e ai 9 dirigenti chefacevano parte, a vario titolo, della Commissione ministerialedi indirizzo e coordinamento che aveva il compito di approvareil piano degli interventi negli scavi e di assicurarne lacongruita' rispetto all'obiettivo della messa in sicurezza esalvaguardia dell'area. Al centro dell'inchiesta, i lavori complementari realizzatinel 2010 per la fornitura di attrezzature per spettacolo e perl'allestimento scenico del teatro Grande di Pompei, gia' finitiin una indagine della procura di Torre Annunziata per abusod'ufficio, frode nelle pubbliche forniture e truffa ai dannidello Stato. Lavori, per la procura contabile, esorbitantirispetto all'obiettivo di messa in sicurezza, conservazione erestauro del patrimonio del sito archeologico. Taleaffidamento, tra l'altro effettuato senza gara, sarebbeavvenuto, secondo le accuse, in violazione delle disposizioniemergenziali che imponevano al Commissario delegatol'attuazione delle misure dirette alla messa in sicurezza esalvaguardia dell'area archeologica, tra cui la realizzazionedi opere di manutenzione ordinaria e straordinaria occorrentiper impedire il degrado dei beni archeologici e consentire lapiena fruizione ai visitatori, senza alcun riferimento ainterventi relativi all'allestimento di strutture o acquisto diattrezzature mobili per spettacoli teatrali. La vicenda inizia con il decreto del presidente delConsiglio dei Ministri del 4 luglio 2008 che, in considerazionedei numerosi crolli verificatisi e del grave pericolo in attonell'area archeologica di Pompei, ha dichiarato, fino al 30giugno 2009, lo stato di emergenza; stato di emergenza poiprorogato fino al 30 giugno 2010 con decreto del presidente delConsiglio dei Ministri del 24 luglio 2009. Nell'arco di dueanni sono state cosi' emanate varie ordinanze di Protezionecivile che hanno stanziato complessivamente risorse per 79milioni di euro, tutte finalizzate alla messa in sicurezza ealla salvaguardia dell'area archeologica. La procura dellaCorte dei Conti ha anche evidenziato l'abnormita' dell'interagestione extra ordinem - peraltro gia' contestata con ladeliberazione n. 16/2010/P della Sezione centrale di controllodi legittimita' sugli atti del Governo e delle Amministrazionidello Stato della Corte dei Conti - sottolineando lasostanziale illegittimita' del ricorso al potere di ordinanzacon conseguenti procedure in deroga alle leggi, non ricorrendoi presupposti per la dichiarazione dello stato di emergenza. Lavicenda ha dato origine anche a pregresse indagini coordinatedalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata per leipotesi di abuso d'ufficio, frode nelle pubbliche forniture etruffa ai danni dello Stato. (AGI).
ADV