Roma - Sono i 'dissuasori' automatici a scomparsa, le colonnine metalliche usate per impedire l'accesso ai veicoli, il "deterrente" cui pensa la questura di Roma per mettere in ulteriore sicurezza aree come quella di San Pietro e del Colosseo. Se ne e' tornato a parlare stamattina, nel de-briefing tecnico operativo convocato all'indomani dell'episodio di ieri sera. Ma si tratta di un'idea tutt'altro che nuova: a quanto apprende l'AGI, una richiesta al Comune in tal senso e' vecchia di diversi mesi, fa parte del pacchetto di misure pensato per il Giubileo ed era finita sul tavolo del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica gia' prima dell'attentato di Nizza, quando un uomo alla guida di un tir investi' volontariamente la folla che assisteva ai festeggiamenti per il 14 luglio.
Tre i luoghi indicati dai tecnici delle forze dell'ordine: san Pietro, appunto (con varchi in via della Conciliazione, piazza Sant'Uffizio e porta Angelica), il Colosseo e il Ghetto ebraico. Ma mentre nel Ghetto i dissuasori, indicati in gergo come "pilomat", hanno fatto la loro prima apparizione a fine agosto - all'incrocio tra lungotevere de' Cenci e via de Tempio, nell'ambito di lavori che si estenderanno al Portico d'Ottavia e che dovrebbero esaurirsi entro ottobre - per Colosseo e San Pietro per ora non ci sono interventi in programma. La pedonalizzazione di strade, o di tratti di strade, e' gia' scattata in occasione di eventi particolarmente attesi, ma chi e' chiamato a gestire certe situazioni fa notare come in certe aree, a rischio proprio perche' simboliche, il presidio garantito fisicamente dalla forze dell'ordine potrebbe essere quotidianamente integrato dalla tecnologia: i dissuasori, in particolare, risulterebbero efficaci anche contro azioni terroristiche del tipo di Nizza ma sicuramente ridurrebbero quasi a zero il rischio di gesti estemporanei come quello del 64enne falegname di Ronciglione entrato in azione ieri sera. 'Liberando' uomini da impiegare nei controlli sulle persone. (AGI)