La risposta del Papa a Viganò: "Silenzio e preghiera davanti a chi cerca scandalo"

La risposta del Papa a Viganò: "Silenzio e preghiera davanti a chi cerca scandalo"

Replica indiretta di papa Francesco alle accuse lanciate dall'arcivescovo Carlo Maria Viganò. “La verità è mite - dice Bergoglio nella prima messa celebrata a Santa Marta dopo la pausa estiva - la verità è silenziosa. Con le persone che cercano soltanto lo scandalo, che cercano soltanto la divisione”, l’unica strada da percorrere è quella del “silenzio” e della “preghiera”. 

Lo spunto è stato offerto al Pontefice dal brano del Vangelo in cui Gesù, tornato a Nazareth, viene accolto con sospetto. Brano in cui Francesco ha letto un invito a “riflettere sul modo di agire nella vita quotidiana, quando ci sono dei malintesi” e di comprendere “come il padre della menzogna, l’accusatore, il diavolo, agisce per distruggere l’unità di una famiglia, di un popolo. Non erano persone – ha ricordato - erano una muta di cani selvaggi che lo cacciarono fuori dalla città. Non ragionavano, gridavano. Gesù taceva. Lo portarono sul ciglio del monte per buttarlo giù. Questo passo del Vangelo finisce così: ‘Ma Egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino’. La dignità di Gesù: con il suo silenzio vince quella muta selvaggia e se ne va. Perché non era arrivata ancora l’ora. Lo stesso accadrà il Venerdì Santo: la gente che Domenica delle Palme aveva fatto festa per Gesù e gli aveva detto ‘Benedetto Tu, Figlio di Davide’, diceva ‘crucifige’: avevano cambiato. Il diavolo aveva seminato la menzogna nel cuore, e Gesù faceva silenzio”. 

Questo, ha spiegato il Papa, "ci insegna che quando c’è questo modo di agire, di non vedere la verità, resta il silenzio. Il silenzio che vince, ma tramite la Croce. Il silenzio di Gesù. Ma quante volte nelle famiglie incominciano delle discussioni sulla politica, sullo sport, sui soldi e una volta e l’altra e quelle famiglie finiscono distrutte, in queste discussioni nelle quali si vede che il diavolo è lì che vuol distruggere … Silenzio. Dire la sua e poi tacere. Perché la verità è mite, la verità è silenziosa, la verità non è rumorosa. Non è facile, quello che ha fatto Gesù; ma c’è la dignità del cristiano che è ancorata nella forza di Dio. Con le persone che non hanno buona volontà, con le persone che cercano soltanto lo scandalo, che cercano soltanto la divisione, che cercano soltanto la distruzione, anche nelle famiglie: silenzio. E preghiera”. “Il Signore ci dia la grazia di discernere quando dobbiamo parlare e quando dobbiamo tacere. E questo in tutta la vita: nel lavoro, a casa, nella società … in tutta la vita. Così saremo più imitatori di Gesù”, ha invocato infine Francesco sottolineando l’atteggiamento di umiltà assunto nella circostanza da Gesù, che per il Papa lascia spazio alla prima “parola-ponte”, che semina il “dubbio”, che porta a un cambio di atmosfera, “dalla pace alla guerra”, “dallo stupore allo sdegno”. Con il “suo silenzio” Gesù vince i “cani selvaggi”, vince “il diavolo” che “aveva seminato la menzogna nel cuore”.

 



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