Papa: ieri Auschwitz, oggi si scartano immigrati e anziani
ADV
ADV
Papa: ieri Auschwitz, oggi si scartano immigrati e anziani

Papa: ieri Auschwitz, oggi si scartano immigrati e anziani

di lettura
(AGI) - Torino, 21 giu. - Papa Francesco e' indignato per lechiusure verso gli immigrati e la cultura dello scarto cherelega poveri e anziani in una sorta di serie B della societa'."Fa piangere vedere lo spettacolo di questi giorni in cuiesseri umani vengono trattati come merce", ha detto inpiazzetta Reale, appena arrivato a Torino. Bergoglio ha volutoreplicare di fatto a critiche e attacchi piovutigli addosso inquesti giorni anche da parte di Salvini e della Lega, e lo hafatto puntualizzando nell'incontro con il mondo del lavoro, inpiazzetta Reale, che "l'immigrazione aumenta la competizione,ma i migranti non vanno colpevolizzati, perche' essi sonovittime dell'inequita', di questa economia che scarta e delleguerre". "La pace che Dio ci dona e' per tutti; anche pertanti fratelli e sorelle che fuggono da guerre e persecuzioniin cerca di pace e liberta'", ha poi invocato durante la messa."L'esclusione dei poveri e la difficolta' per gli indigenti aricevere l'assistenza e le cure necessarie, e' una situazioneche purtroppo e' presente ancora oggi", ha denunciato invecenel discorso pronunciato al Cottolengo. "Anche noi cristianicorriamo il rischio di lasciarci paralizzare dalle paure delfuturo e cercare sicurezze in cose che passano, o in un modellodi societa' chiusa che tende ad escludere piu' che aincludere", ha ammonito i 100 mila fedeli accfrsi in piazzaVittorio. "No alla corruzione, no alla collusione con le mafie,no all'attendismo e si' al coraggio", ha gridato per ribadirela sua condanna "all'idolatria del denaro, che spinge adentrare a tutti i costi nel numero dei pochi che, malgrado lacrisi, si arricchiscono, senza curarsi dei tanti che siimpoveriscono, a volte fino alla fame". "Siamo chiamati a direno alla corruzione, tanto diffusa che sembra essere unatteggiamento, un comportamento normale. Ma non a parole, con ifatti. Solo cosi', unendo le forze, possiamo dire noall'inequita' che genera violenza". Francesco ha cosi'condannato ancora una volta l'ipocrisia di chi "parla di pace epoi fabbrica o vende le armi". E ai giovani ha spiegato conesempi drammatici che sono chiamati a "vivere e nonvivacchiare", cioe' ad "amare castamente" perche' non bisognastrumentalizzare l'altra persona, e soprattutto all'impegnovero che significa non girasi dall'altra parte come e' spessoavvenuto nella storia. "Perche' gli Alleati non bombardarono ibinari che portavano i treni ad Auschewitz? Eppure avevano lefotografie... Perche' le grandi potenze non fermarono leuccisioni degli armeni, piu' di un milione di persone?", si e'chiesto ad alta voce nel dialogo con i giovani in piazzaVittorio. Bergoglio rispondeva ad una domanda sul rischio checorrono spesso i ragazzi di restare delusi e ha fatto l'esempiodi queste tragedie della storia recente per poi arrivareall'oggi: "viviamo una terza guerra mondiale a pezzi" e ci sono"giovani che non trovano nulla e sono spinti alla disperazionee alle dipendenze, e certi vanno verso il terrorismo", haosservato commentando tutto questo con un'altra domandainquietante: "como posso fidarmi che il politico che voto poinon mi portera' alla guerra?". Per Francesco, accade dunqueanche oggi quel che e' accaduto come sempre nella storia: "legrandi potenze guardano da un'altra parte mentre muoiono esseriumani di seconda classe: gli armeni nel 1915 e negli anni '40la Shoah", ha spiegato il Papa ai giovani torinesi. "Poi - hacontinuato - contemporaneamente c'e' stato Stalin, quanticristiani hanno sofferto, sono stati uccisi, e le grandipotenze si dividevano l'Europa come una torta...". "Qui siete tanti universitari, ma guardatevi dal pensareche l'Universita' e' soltanto studiare con la testa". PapaFrancesco si e' rivolto cosi' ai giovani di Torino radunati inpiazza Vittorio. "Vi esorto - ha detto loro - ad andarecontrocorrente. L'amore e' servizio, e' servire gli altri,quando Gesu' dopo la lavanda dei piedi ha insegnato che siamoper servirci gli uni gli altri". "Se dico che amo qualcuno, manon lo servo, non lo aiuto, non mi sacrifico, non lo faccioandare avanti, non e' amore", ha spiegato ai giovani. Francesco ha anche ipotizzato un'obiezione al suo appelloall'impegno. "Qualcuno - ha spiegato - potrebbe dirmi: 'Lei parla cosi'perche' sta in Vaticano, ha tanti monsignori che le fanno illavoro e non sa cosa e' la vita di ogni giorno...'. Qualcunopuo' pensarlo, ma io credo che tutti dobbiamo cercare di viveresu questa terra. A Torino nel secolo scorso c'erano lecondizioni piu' cattive per far andare avanti un'opera comequella di don Bosco: la massoneria, i mangia preti, anche idemoniaci. Era uno dei momenti piu' brutti, ma quanti santi equante sante sono nati in quel tempo... Dobbiamo vivere larealta', dire se e' vetro e non diamante quello che stannocercando di venderci. E allora fare la mia realta' che siaservizio per gli altri". E le parole di questa mattina aimprenditori e lavoratori suonano come un messaggio per tutti:"coraggio non significa pazienza, ma osare: siate coraggiosiandate avanti siate creativi, siate artigiani del futuro con laforza di quella speranza che ci da' il Signore, che non deludemai". .
ADV