"Sbaglia chi pensa che i soldi si fanno con i soldi: i soldi, quelli veri, si fanno con il lavoro": è il messaggio lanciato da Papa Francesco in un'intervista al Sole 24 Ore, in cui ha indicato il lavoro e il genio creativo come le basi per "un nuovo ordine economico". "La persona che mantiene se stessa e la sua famiglia con il proprio lavoro sviluppa la sua dignità, il lavoro crea dignità", ha sottolineato il Papa, "i sussidi, quando non legati al preciso obiettivo di ridare lavoro e occupazione, creano dipendenza e deresponsabilizzano".
Oggi #7settembre sul #sole24ore intervista esclusiva di @guidogentili1 a #PapaFrancesco, da leggere parola per parola: @Pontifex_it parla di Europa, lavoro, migranti, futuro. Qui una anteprima: https://t.co/6jjR7iVVsq pic.twitter.com/HOH6jwf3GA
— IlSole24ORE (@sole24ore) 7 settembre 2018
Per Francesco occorre "uscire dall'economia dello scarto perché il lavoro crei lavoro e il denaro non sia un idolo". "Non avere un progetto condiviso sulla riduzione delle diseguaglianze in un sistema sempre più globalizzato può determinare 'l'economia dello scarto', dove le stesse persone diventano 'scarti'". Ancora:
"Quando la persona non è più al centro, quando fare soldi diventa l'obiettivo primario e unico siamo al di fuori dell'etica e si costruiscono strutture di povertà, schiavitù e di scarti"."Un'etica amica della persona diventa un forte stimolo per la conversione. Abbiamo bisogno di conversione. Manca la coscienza di un'origine comune, di una appartenenza a una radice comune di umanità e di un futuro da costruire insieme. Questa consapevolezza di base permetterebbe lo sviluppo di nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e stili di vita".
"Si può dire che agire bene rispettando la dignità delle persone e perseguendo il bene comune fa bene all'azienda. C'e' sempre una correlazione tra azione dell'uomo e impresa, azione dell'uomo e futuro di un'impresa.
Dal Papa è anche venuta una presa di posizione sul liberismo economico: "Una economia di scambio", ha sottolineato, "non può più poggiare esclusivamente sulla legge della libera concorrenza, anch'essa troppo spesso generatrice di dittatura economica. La libertà degli scambi non è equa se non subordinatamente alle esigenze della giustizia sociale".