Omicidio Melania: possibile cambio rotta, impronta non di Parolisi
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Omicidio Melania: possibile cambio rotta, impronta non di Parolisi

Omicidio Melania: possibile cambio rotta, impronta non di Parolisi

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(AGI) - Teramo, 25 nov. - Una nuova perizia della difesapotrebbe aprire alla possibilita' di una revisione parziale delprocesso a carico di Salvatore Parolisi, in carcere per lamorte della moglie Melania Rea. Si punta, infatti, allaconcessione della valutazione di un nuovo elemento di provasecondo cui sul luogo del delitto c'era qualcun altro che nonera Parolisi, ma forse l'assassino. Si tratta dell'impronta discarpa insanguinata isolata dagli investigatori alla base delchiosco situato alle Casermette di Civitella del Tronto(Teramo) nei pressi del quale venne ritrovato il corpo senzavita di Melania uccisa il 18 aprile del 2011 con 35 coltellate.Parolisi continua a ribadire che quella impronta non e' la sua.La Corte d'Appello dell'Aquila ha ritenuto l'analisi di taletraccia non necessaria ai fini della decisione, rigettandocosi' la richiesta di approfondimento avanzata dalla difesa,sul presupposto che non sarebbe possibile individuare "ilmodello di scarpa" calzato dal Parolisi il 18 aprile 2011.Quell'impronta non e' riconducibile a calzature indossate ne'da Melania, ne' dai vari soggetti che hanno transitatosuccessivamente sulla scena del delitto. "Se, poi - comeafferma il difensore di Parolisi, Nicodemo Gentile - dovesseroessere confermati i risultati preliminari di una consulenza diparte, che prospetta trattarsi di impronta di piccoledimensioni, sicuramente non superiore al numero 40, ancheParolisi, che calza il 43, verrebbe con certezza escluso.Questo elemento che, senza alcuna difficolta', supera i rilievidella Corte di secondo grado, apre a scenari diversi,confermando la validita' delle ragione della difesa che hachiesto alla Corte di Cassazione di annullare la sentenzaappello anche sotto questo profilo rinviando al nuovo giudiceaffinche' effettui un'analisi tecnica approfonditasull'impronta".Parolisi, che in Appello e' stato condannato a30 anni per il delitto di Ripe di Civitella, dal carcere scriveal suo difensore una lettera in cui si rammarica del fatto chenon si sappia di chi siano quelle impronte. C'e' infatti unmotivo di ricorso specifico in Cassazione sulla mancataconcessione delle consulenze da parte della Corte d'Appellodell'Aquila.(AGI)
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